sabato 20 luglio 2013

Dentro i miei vuoti: Dentro i miei vuoti




Dentro i miei vuoti' é un racconto a puntate ispirato alla omonima canzone dei Subsonica. É un'opera di fantasia. Riferimenti a fatti o persone sono puramente casuali

Che deliziosa fresca notte. 
Questo vento stuzzica proprio i sensi, sfiora appena appena la pelle donando un brivido profondo. 
Mani che accarezzano l'anima senza turbarla.
Ideale per lasciarsi andare e stringersi forte forte per scaldarsi, per amarsi un po', a luce soffusa delle candele.
Già, ora non é tempo di abbracci.
Ideale per stendersi, guardare il cielo, bere qualche sambuca di più e disegnare vortici  nell'aria col fumo dei miei sigari preferiti.
Dopo un picco di adrenalina, il mio corpo si intorpidisce, i sensi si annebbiano, chiudo gli occhi e...

Dove sono?!

Dentro i tuoi vuoti.

Stanze bianche. Abbaglianti di vuoto.
Stanze scure. Ombre in cui si nascondono i miei demoni.

C'é più freddo, qua. 
Molto, molto freddo.
Sogni?

Qualche volta.
Le mie notti sono allietate più da incubi.
Ciò che vedo non é quasi mai piacevole, ma ho imparato a mettere il guinzaglio ai quei demoni. A controllare i loro passi. A domarli. 
È peggio non sognare più. 
Apre deserti.
Ecco come anche gli incubi possono fare compagnia.
Sono vivi, muovono, smuovono dentro. 
Non sopporto il silenzio. 
Bianco. Abbagliante.
Di vuoto.

Quali sono le tue paure?

Non lo so. Si saranno nascoste dietro i vortici che hanno scavato i miei vuoti.
Dietro le arcate e le colonne delle mie convinzioni.
Non lo so più. Ovunque siano andate, mi mancano.

A volte sono presa da pensieri muti. Non parlano, sono solo li, a osservarmi, con quegli occhi impauriti.
No, non ho paura.
C'è solo questa pioggia notturna nella nebbia, accesa dai lampi.

Come gli incubi, quando non senti più nulla persino la paura ti fa sentire viva, sai?
Ti copre , ti protegge, ti mette in guardia.
Non sentivo più.

E ora...?

Viva, di nuovo, come non sono mai stata. Un fuoco che mi brucia dentro, ghiaccio che mi gela le vene, mentre scorre lava.
Impossibile vero? Paradossale, ma é così.
Quando ti cadono calcinacci e vetri sopra la testa e la terra non ti fa stare in piedi, quando una sirena ti sveglia per le allerte , quando da lontano intravedi una scura tromba d'aria che vuole toglierti quel poco che ti resta, e non scappi perché non hai ripari, non hai più paura.
Il cuore ti si congela. Smette di provare emozioni. Nessun pensiero, si agisce.
Le vene diventano cavi freddi che trasportano ragionamenti e calcoli.
Quando la Signora ti viene a trovare più volte in forme diverse, convivi con la sua presenza mortale.
Anche combattere contro gli imprevisti che ti vogliono portare via tutto lo é.
Il tempo ti forgia, ti tempra dalla vita.
Fuoco e ghiaccio. Neve calma e falò di intenzioni.

Sarà davvero tutto in equilibrio? Sono viva?

Il solo fatto che stai sognando significa che sei più che viva.


Sogno? Tu chi sei???

Sono la tua amata compagna di viaggio, del viaggio della vita, l'interlocutrice benevola che va dritto al punto e sa come zittirti, ti conosco bene, da sempre. 
Mi conosci bene, non hai mai avuto paura di me, mi cerchi spesso e ci sono, anche se non mi vedi.

Ti riconosco ora, cara mia Solitudine!

Vorrei rimanere, ma debbo andare, forse mi aspettano da qualche parte, in galassie lontane,
milioni di miglia lontano da qui.
Non vorrà fuggirmi, incroceremo le nostre scie, prima che svaniscano di nuovo.

Finiamo così, in volo, questa scia, com'é iniziata, con musica, sogni e fantasia.
L'inchiostro é finito, le parole pure, diamo voce alle note.
Con la voce danzerò su questa musica stellata, ti avvolgerò ancora.
Nei miei sogni ci incontreremo così come siamo, senza maschere e armature. Liberi.

We are stardust tonight, in the night sky
We are stardust tonight...



Dentro i miei vuoti: Dolori alcolici

Un ringraziamento particolare ad Alberto Grima che ha concesso di utilizzare le sue foto per questo post e l'episodio 'Intro'


Dentro i miei vuoti' é un racconto a puntate ispirato alla omonima canzone dei Subsonica. É un'opera di fantasia. Riferimenti a fatti o persone sono puramente casuali

Una serata che scorre così, leggera, deliziosa, frizzantina come questa birra.
Nessun retrogusto amaro. 
Almeno, non lo sento, le mie papille sono assuefatte al sapore del dolce nettare degli Dei, dorato, ramato o scuro, corposo o leggero, con la dolce schiuma cremosa che preserva il suo delizioso sapore.

Quella dolce schiuma cremosa che preserva il delizioso sapore. Il tuo delizioso sapore.


Miriadi di bollicine che salgono in una folle corsa verso il nulla sovrastante.
Corrono verso un cielo che vedranno attraverso gli occhi di chi le berrà.
Corriamo anche noi verso l'infinito ma la maggior parte è inghiottita dalla vita. 
La stessa che ha cambiato i nostri occhi sul mondo.

Il proprietario, che oramai mi conosce, mi decanta le proprietà del nuovo acquisto e del programma autunnale, dedicato alla musica e alla birra sopratutto.

Credo proprio ti piacerebbe farci un salto! Anche la birra è uno dei tanti interessi in comune.
Credo proprio ti piacerebbe farci un salto, con me magari. Bevo l'illusioni e giù un altro sorso.
Bevo il tuo pensiero e mi disseto un po'. Ti immagino affamato, di me.
Scivolano bicchieri, litri parole, bevute una dopo l'altra, tra una chiacchierata e l'altra con Andrea, il mio migliore amico. Oramai ci conosciamo da più di un decennio, dal liceo.
Tutto può accadere ma alla fine riusciamo sempre a ritrovarci davanti a una birra a parlare dei nostri più e meno.
Quando parla é un concentrato di parolacce, doppi sensi, battute varie ed eventuali. A volte sembra un po' pompato, in realtà é super alla mano e simpatico.
Quando vuole però torna a essere quel ragazzino dolce e sognatore che ho conosciuto e che c'é ancora, nascosto da strati e strati di riviste porno e muscoli.
Ogni tanto mi manda i suoi racconti per avere un parere. A volte non riesco subito  a leggerli e gli chiedo scusa, ma lui ha pazienza e attende il mio verdetto che non é mai stato negativo.
Lo sprono spesso a pubblicarli ma non se la sente, li considera poca cosa, più probabile che voglia nasconderli.

Penso che la vita ci ha cambiati entrambi; ragazzino impacciato, timido e sognatore, io piuttosto solare, mondana. La cosa bella é che nonostante le nuove corazze che indossiamo, quando ci vediamo, anche con gli altri amici, riusciamo ancora a divertirci con poco come dei bambini!

Vorrei spronarlo a pubblicare i suoi racconti, ma é un discorso da birra scura. 
Troppo corposa e amara per questa serata. Troppo seriosa.
Al massimo stiamo su una fucsia ai frutti di bosco, che è il mio aperitivo preferito - dato che odio lo spritz, il martini bianco,vini bianchi fermi e frizzanti, bitter e roba al pompelmo, diciamo il 98% degli aperitivi..

Sono strana, come questa fucsia. Più la guardo più mi convinco che vorrei essere come lei, incluse le fettine di lime e la menta con cui me l'hanno vestita! Inclusa anche la fragolina sul bordo e la ciliegia immersa dentro. Mi ci tufferei volentieri, nuotare tra le sue onde alcoliche diventandone parte.
Dolci, gustose, leggere, frizzantine, simpatiche e colorate.
Sarebbe tutto più facile. Un sapore semplice. Di eterna estate, che in realtà odio, preferisco l'autunno, anzi la primavera. Anzi l'inverno.

Le mie elucubrazioni volano e si perdono senza cercare più senso, si stanno sciogliendo  in cieli d'oro e rame.
Parlo e parlo, a ruota libera.
Le mie gambe come morbide molle senza gravità mi conducono verso la macchina.
La mia mente credo  regge l'alcool ma non regge più me e le mie elucubrazioni.


La luna fa capolino dalla mia finestra.

Sono a casa!? 
Non mi ricordo niente, mi avrà dato un passaggio Andrea, domani lo ringrazierò e gli chiederò se ho sparato troppe cazzate!

La luna fa capolino dalla mia finestra, portata da una fresca brezza che sfiora tutto il mio essere.
Il tocco nascosto della notte.

Senza badare che sono ancora vestita, con la borsa tra le mani e le scarpe, mi addormento di colpo.


Sono in un'ospedale

Che é successo??? 

Una bambina é stata morsa da un serpente e suo padre chiacchiera come se nulla fosse con l'infermiera dell'accettazione. Non c'è fretta, penserà. Mi riferiscono che é morta una giovane.
Rivedo una scena in cui giocava felice e danzava, con un abitino che sembra da principessa blu e bianco, con un motivo a fiori o farfalle.
Gira e volta, gira e volta, si siede su una sedia e muore. C'è un'altra che osserva. Guarda lei e guarda me. Siamo nel presente. Cerco di tenerle compagnia e farla ridere. Non ride.

Disperata, con un dolore lancinante che mi fa piangere disperata, vago per questo ospedale degli orrori.
Entro in una stanza bianca. Vuota.
Il buio sarebbe più rassicurante. Non mi possono sfuggire i contorni. Questo bianco abbaglia di inquietudine e ansia. Questo bianco mi sta divorando come questo silenzio assordante.



C'é una vasca al centro della sala.
Vasca bianca. Come le pareti. Come i soffitti. Come i miei occhi.

Mi avvicino a piccoli passi.

Affanno. Affanno. Il vuoto pesa tonnellate sul petto. Ma avanzo.

Un liquido trasparente, giallognolo. Formalina? Acido amniotico?
Capelli lunghi chiari che ondeggiano.  Pelle chiarissima, immersa in questo liquido.

Un corpo immerso.



In quella vasca che doveva avvolgere vita
si scioglie un corpo

Non è colpa mia
non l'ho ucciso io
Perchè continuate a perseguitarmi
non ho fatto niente

in questa fredda stanza
in una vasca di acido amniotico
si scioglie una vita

Ingenua ragazza
dagli occhi così chiari e limpidi di gioventù
Perchè stai affondando il dito sul fondo?

Perchè assaggi quella sostanza
che sembra dolce sapone
ma che è velenosa placenta?

Che sapore ha la morte?

Ora lo sai,
e i tuoi occhi diverranno la teca di vetro
dove ghiacceranno le tue emozioni
Il tuo sguardo non avrà espressione
chi ti vedrà poserà lo sguardo
su un volto cui è stata rubata la luce
su uno sguardo vuoto

i tuoi vigorosi e dorati capelli
diverranno stoppa
con la quale gli altri puliranno per terra
o asciugheranno le loro lacrime.
Tu non ne avrai mai, anche se volessi
la tua freddezza dentro
le farebbe gelare

Anche il serpente con cui giocavi
ti ha morso
Quanto veleno
Quanto schifo
hai ingurgitato

Vomita tutto il veleno
e forse vomitando anche il sangue
riscoprirai di averne uno
di avere del calore dentro
Qualcosa che nonostante tutto scorre
e di non essere grembo sterile della dannazione



Mi sveglio.

Ho il cuore in mano. Una fitta lancinante nel petto.
Sudore o lacrime rendono appiccicosi gli occhi.
Affanno.

Non piango, non riesco, da sveglia. Neanche le catastrofi mi hanno smosso.
Qualcosa però dentro di me sta urlando ancora.


Cosa devo volete da me????

Improvvisamente. Senza bussare, senza prepararmi.
I miei vuoti sono venuti a trovarmi.
I miei vuoti mi hanno scavato dentro. Hanno squarciato ferite che pensavo di non avere.
Di non avere piú.

I miei vuoti sono venuti a trovarmi, dentro.



Il vuoto mi guarda
Il vuoto mi chiama nei miei sogni
Mi chiama. Insiste.
Non riesco a resistere.
Ha assorbito l'arcobaleno
Anestetizzato da fiori e spine
Il mio strazio pulsante giace esanime
Forse urla. Forse non più.
Il vuoto mi abbraccia
Mi porta a sé
Sto annegando nel nulla
sgocciolando plasma incolore

venerdì 19 luglio 2013

Dentro i miei vuoti: Game over?

Photo&graphic by Kirayel
Dentro i miei vuoti' é un racconto a puntate ispirato alla omonima canzone dei Subsonica. É un'opera di fantasia. Riferimenti a fatti o persone reali  sono puramente casuali
Le mie provocazioni hanno avuto l'effetto sperato. Risponde e conferma l'appuntamento con un fare un po' spavaldo, con delle frecciatine che probabilmente vogliono farmi ingelosire.
Conclude con ”ultima occasione!” e una emoticons sorridente che infiocchetta il tutto con una certa sicurezza di sé.
Sorrido. Penso che é diventato un po' più bastardo. Certo, ha imparato dalla migliore! (Da me!)

L'appuntamento é in una biblioteca in cui posso accedere perché molto spesso vado a dare una mano, o tengo delle lezioni collettive coi ragazzi. Nel primo pomeriggio non c'é mai nessuno, si riapre verso  le 16. E sono le 14 e qualcosa.
Nella mail siamo stati entrambi chiari. Perentori. Un caffè. Solo un caffè, 10 minuti.
Massimo venti minuti.
Solo un tranquillo caffè, per far due chiacchiere. Chiacchiere in tranquillità.
Perfetto. Benissimo, io devo andare a consegnare degli editoriali e la sera abbiamo una riunione importante.
Perfetto. Tutto si incastra perfettamente.

Tutto calcolato.
Tutto sotto controllo. Il mio controllo.

Bussa. Gli apro. Comincio a sentirmi lievemente indolenzite le braccia.
Non ci faccio caso.
Entra. Lo saluto talmente al volo che non ricordo come, di certo distante.
Le braccia quasi mi sembrano formicolare.
Non so che fare e butto subito un ” Ti faccio il caffè!” E volo verso la salvezza, la macchinetta.

Mentre lo preparo e glielo porto, mi fa delle domande, precise, dirette.
Il perché della mia freddezza. Dei miei toni che interpreta come rabbiosi e cosa ha fatto per meritarseli. Gli spiego che preferisco che le cose e gli appuntamenti siano più leggeri, mettendosi d'accordo all'ultimo, evitando attese e illusioni inutili. Aggiungo che non mi competono i dettagli, non sono affari miei e non voglio saperli. Voglio netti Si o No.

È seduto di fronte a me, si avvicina incastrando leggermente le gambe con le mie. Rispetto a lui non sono frontale, ma un po' di lato. Sono frontale al tavolo che dopo la macchinetta é diventata la mia salvezza.
Prendo il mio libro. Sa già a chi è ispirato. Porto la sua attenzione sulle ultime pagine, quelle che lui non aveva potuto leggere perché le avevo strappate.
Legge.
Io l'ho voluto vedere apposta per fargliele leggere davanti a me, per guardarlo bene, vedere la sorpresa, commozione, qualsiasi emozione da sondare.
Non é possibile....tutto sto casino e non riesco a guardarlo!
Tengo la testa bassa. Bevo compulsivamente caffè, a microsorsi, per non finire un'altra scusa per fare un movimento. Non riesco a stare ferma e quello di toccarmi i capelli l'ho giá finito.

Cazzo, le mie mani tremano!!!

Respiro ampiamente e dissimulo una pacata sicurezza. Finito il caffè mi ritocco i capelli.
Esaurito caffè e capelli, mi massaggio  nervosamente le mani.
Sono indecisa se lanciarmi e sfiorargli il ginocchio rivolto a me, io sono un po' piú rivolta a lui.
Lui se ne accorge. Prende la mia mano, la stringe e la porta verso il suo petto mentre finisce di leggere.

”Bello, davvero bello....sono senza parole....” 
Prendo coraggio nel guardarlo e sorridiamo insieme.
Freccia diretta ” Avevi calcolato tutto eh? Avevi già calcolato la fine del gioco..”
Gli vorrei dire: ”Già...”
Gli dico ” Come puoi dirlo..?”

Mi dice ” Non prendermi in giro. Ciò che scrivi, ciò che mi hai detto, che mi hai scritto...sono solo un gioco, vero...?”
Gli vorrei dire :”Giá...il problema è che temo di scoprire che non lo sei piú. Non riuscirei ad ammetterlo a me stessa”
Gli dico ” Queste erano le regole...”

Mi dice ” Lo so, non ci posso far niente se c'é qualcosa di piú. Sei stregata, non riesco a non pensarti...non riesco a resisterti...” E si buttò sul collo. Con le mani mi esplorava voracemente, di gusto, assaggiandomi con le dita.

Come cazzo fa a sapermi prendere? A sfondare le mie difese, a farsi desiderare così tanto?

Il mio controllo é andato a farsi fottere. E con lui anche...

Con un filo di voce io ”Abbiamo parlato troppo. Basta parlare...” E gli chiudo definitivamente le labbra baciandole.

Il mio controllo è andato farsi fottere sempre di piú. E con lui anche...

Improvvisamente sentií dei passi avvicinarsi alla porta.  
Lo spinsi dietro una libreria e mi ricomposi. Andai a sedermi dietro il tavolo. Giri di chiave e una bionda riccioluta entró nella sala. Mi girai composta per salutare. ” Ciao Claudia!” una delle responsabili comunali della biblioteca che conoscevo piuttosto bene. 
”Ciao Kennie! Oggi fai qualcosa?”
”Si, dopo aver consegnato l'editoriale in sede ho una lettura collettiva coi piccoli. Mi stavo un po'documentando....te invece?”
Nel mentre mi informavo se era di passaggio, davo un'occhio che lui non uscisse da dietro la libreria.
”Ho dimenticato in giro la custodia del mio cellulare, visto che ero qui vicino, passavo a controllare. L'hai vista?”
Con fare calmo, controllando l'agitazione e la paura di essere beccata, mi sono guardata intorno. Per fortuna era sul tavolo, appoggiato e un po' camuffato tra diversi astucci.
”Eccolo é qui! Si era nascosto!” Dissi ridendo e lei ”L'hai scovato! Alla grande!”
Prese anche una bottiglietta d'acqua dal minibar alle spalle mie e del tavolo e dopo avermi salutata se ne andó.
Chiusi bene la porta e lasciai la chiave nella toppa, così almeno se qualcuno avesse voluto entrare avrei  avuto il tempo.
Si erano giá fatte quasi le 15,30. La sala apriva alle 16,30, io avevo un impegno dall'altra parte della cittá a quell'ora. 

Chiusi la porta a chiave, andai dietro la libreria e lo baciai sbattendolo al muro.
Lasció fare. Dopodiché mi prese, mi trascinò qualche metro verso quel tavolo, un gesto rapido e forte, quanto la voglia di avermi, liberó da libri e astucci il legno, riuscendo allo stesso tempo a non far cadere il portatile e un paio di occhiali, forse di uno dei responsabili.
Liberò lo spazio necessario per possedermi, li, subito, davanti, poi dietro, non risparmiando forze, facendosi sentire nettamente, prepotentemente in me.

Il mio controllo é andato a farsi fottere. E con lui....anche...

Come fa a prendermi così. Come fa a sapermi prendere, in tutti i modi
In tutte le posizioni

”Cazzo sono le 16 passate!! Sono in ritardissimo!!”
”Non é un problema mio...” - di solito lo dicevo io a lui, mi fa il verso, mi fa incazzare, mi provoca, punzecchia, mi punzecchia e sa come farlo, mi punzecchia, sa dove colpire, sa trafiggermi nelle mie debolezze, la prima piú grande è proprio Lui, che mi punzecchia e sa trafiggermi fino in fondo, si, in fondo, sa farsi sentire, sa farmi eccitarmi di piú.
Lo vorrei picchiare, strozzare, graffiare, mangiare, mordere.....
Lo assaggio tutto e non mi sazia mai, é un delirio dei sensi.

”Perché....perché mi fai quest'effetto...cosa devo fare con te...Cosa?”
Dissi io con un filo di voce vibrante di piacere.
”Niente...lasciati andare,..Non fare niente...”

Intravedo dal mega orologio a muro della sala che sono le 16 passate.
Fra po'aprono e sono nel pieno del delirio.
Mi riprendo istantaneamente nel momento in cui mi pare di sentire dei passi.
Ci rivestiamo in fretta e furia e ci lasciamo col desiderio in sospeso.
”...Cosí avrai voglia di finire il discorso quanto tornerai...” Con un sorriso soddisfatto.
L'allievo ha superato la maestra. L'hai vinta tu questa partita!


Gli appuntamenti della giornata sono un delirio, un rincorrersi di ritardi su ritardi, senza afferrarli e fermarli.
In un solo giorno ho incasinato mé stessa, il posto di lavoro, gli impegni...bel colpo Kennie!
Gran colpo Kennie!

Il mio controllo é andato a farsi fottere. E con lui....anche...

Sono finalmente sopravvissuta alla riunione, é davvero tardi.
Il mio amico di sempre  Andrea mi manda un secondo messaggio per dirmi che lui e gli altri erano ancora al pub se volevo raggiungerli, ma ero troppo a polpette. ”Facciamo per la prossima! Tieniti pronto per una superbevuta di birra!” Risponde subito con smile al seguito ”Agli ordini ;)”

Tornai a casa, una mail mi attendeva.
Mi stava pensando, voleva gli inviassi la stesura completa del libro, una copia in anteprima solo per lui, per porterla leggere e sentirmi ancora li con lui, vogliosa, desiderosa della sua voce, dei suoi sguardi, delle sue mani, del suo corpo..

Non gli ho risposto. Non so se lo farò.

É strano. C'é forse anche una sottile voglia di contenersi, di nascondere il desiderio di stare ancora insieme all'altro. Chi non risponde é come se si mettesse su un gradino superiore di controllo e potenza, quasi una sfida verso sè stesso e l'altro; anche questo è un gioco.
Un gioco che a turno giochiamo entrambi e che puntualmente perdiamo entrambi.

Il nostro controllo sta andando a farsi fottere. E con lui....anche...

Sará paradossale ma ho talmente tante sensazioni che non ho parole per spiegarle, sono indescrivibili.
Penso sia meglio così, domani parto, credo anche lui a breve, lontani ci riempiremmo di parole, scuse, illusioni, rovinando tutto.
Le parole a volte sono schiave di ipocrisie, di doveri, di mezze veritá, di maschere e scudi che dobbiamo indossare. Che dobbiamo spalmarci addosso, e ci entrano talmente dentro da non distinguere piú il confine.
Dal vivo peró no, non è possibile, é palpabile il desiderio, la voglia, la fame, la sete di noi, di stare insieme, di possederci. 
Uno di fronte all'altro non possiamo mentirci. Gli occhi, le mani, il corpo non mentono. Fremono. Vibrano. Si desiderano. Si avvolgono

Due solitudini si avvolgono
Stai con me

Congelo tutto. Questi istanti preziosi, questo desiderio. La tua faccia da schiaffi da riempire di baci che sorride compiaciuto. 

É passata oramai più di una settimana, non gli ho scritto.
Creederà di non essere nei miei pensieri. Meglio cosí, stará piú tranquillo. 
Gli scriverò quando torno forse. O forse si farà risentire lui.
Lo penserò talmente tanto da percepire l'acqua che berrà come i nostri sudori che si incontrano, ancora.
Strofinerò l'aria sulla pelle per imprimerle il mio profumo e la respirerà, soffocandosi.
E desidererà altra aria, altro profumo, altro sudore. Languirà toccando i tasti come fosse un corpo, come fossero mani. Mi scriverà forse.
Mi desidera ancora? Chissà...

Non è solo. Era nelle condizioni del gioco che ho accettato.
In questo momento quelle mani forse esplorano altre isole.
Il pensiero mi sfiora, ma non é affar mio. Non fanno parte del gioco questi pensieri.

Congelo tutto. Miei pensieri inclusi. Chiudo gli occhi e mi rigodo la scena. Ho fatto bene a rivederti.
Il mio cuore é un po' piú leggero. Ti penso e...
La tua faccia da schiaffi da riempire di baci che sorride compiaciuto
Sorrido anch'io. 

Stesa su una brandina, il vento mi accarezza tutta. Mi stringo e mi contorco un po'. I brividi di piacere scendono e salgono su tutto il corpo. Dai piedi fino alla testa. Dentro la testa.

Per te è stato tutto un gioco? 
Sono ancora un gioco?

Non so rispondere. Non voglio chiederlo a mè stessa. Ho paura della risposta.
Basta parole, basta pensieri contorti. Assaporo questa brezza e lascio che entri in me.

Tuffo nel vigoroso mare emozionale


Il mio controllo é andato a farsi fottere. E con lui....anche...

Il gioco si é spezzato. 
Forse mi sono fatta un po' prendere.
Ma devo impormi. Non posso lasciarmi bruciare.

Game over



giovedì 18 luglio 2013

Dentro i miei vuoti: 10 minuti.


'Dentro i miei vuoti' é un racconto a puntate ispirato alla omonima canzone dei Subsonica. É un'opera di fantasia. Riferimenti a fatti o persone sono puramente casuali


Lo ammetto. Mi sto portando dietro le mie incoerenze e le mezze veritá che racconto a mè stessa e agli altri. Che spalmo su di me per renderle convincenti, a mè sopratutto.
Uno scudo per difendersi dal dolore, ma anche dalla troppa felicitá. Quella troppa felicitá destinata a sfuggire.

Non mentirti. Non sono io che ti faccio rinnegare i tuoi principi. Non ti porto a essere diverso.
Con me, si con me, sei stato tè stesso davvero. Coi tuoi desideri, le tue fantasie, le tue parole, le tue paure...

Ho accolto tutto il tuo essere, ascoltandoti, facendoti entrare in me, profondamente...

Non mentirti, non sono un brivido che vola via. Mi sono infiltrata sotto la tua pelle, ti solletico, ti stuzzico, graffio, mordo e le piccole invisibili cicatrici sono solchi doloranti.
Sono più che viva nelle tue fantasie e nei tuoi dolori, non so come possa essere facile, ma sono scivolata tra questi ultimi. E sospiri...

Non vedendoti, non toccandoti, mi sono rimaste solo queste parole scritte per avere un minimo contatto con te.
Non la rabbia ma l'inquietudine ha calcato la mano. Una reazione, ho bisogno di una reazione..!!!

Sorpresa. Incazzatura. Calma e..un sorriso!
Un sorriso sintetico, un emoticons, ma sono giá piú serena.
Ti immagino sorridente, con quella tua faccia un po' da schiaffi e tenera da riempire di baci, con quei brillanti occhi nocciola da mordere, nocciola, come il tuo profumo, da mordere, come la tua pelle che mi sembra ancora di respirare.
Il mio cuore sorride un po'. Sto meglio.

Domani sarò in cittá, nel posto in cui sa. Lo scrissi, dalle 14 fino alle 15,15.
Vorrei ricordarglielo, dirgli che la sera verso le 23 finirò le prove dello spettacolo, sempre in città e che ho un mezzo impegno con dei miei amici in centro, non vincolante, e potrei, vorrei vederlo..anche solo dieci minuti.

Potrei scriverglielo senza volere risposta e conferme. Potrebbe capitare di vederlo in giro per i locali, anche se non mi avrá risposto, capirò, farò finta di non vederlo. Lui allo stesso modo anche se immagino squadrerá il profilo dei miei amici, sopratutto maschi.
Mi piace quando é geloso, anche quando lo é silenziosamente. Anche solo immaginarmi il suo sguardo di fuoco su di me.

O forse lo vedrò???

Sarebbe l'ennesima mia incoerenza scrivergli. Devo resistere.
Se vorrà concedermi quei 10 minuti, sa dove e come trovarmi.
Non ho piú bisogno di reazioni. Avrei bisogno di.. Quel profumo.

Quel profumo.
Quel viso da schiaffi da baciare.
Sorridente.
La mia mente ne traccia i contorni e i colori il cuore.

martedì 16 luglio 2013

Dentro i miei vuoti : Scelte

'Dentro i miei vuoti' é un racconto a puntate ispirato alla omonima canzone dei Subsonica. É un'opera di fantasia. Riferimenti a fatti o persone sono puramente casuali

”Voglio vederti anche solo 10 minuti per salutarti prima di partire.
Dimmi tu quando, mi libererò. Passo a te la penna, puoi scrivere il finale di questo, qualsiasi cosa sia.
Sono stata io ad allontanarti, ma sai perché e mi ringrazierai un giorno, forse.
Hai letto il mio ultimo libro, quello che ti ho mandato? Immagino di si.
Non c'é pagina che non abbia il tuo profumo.
Quel profumo di bosco, di nocciola con un equilibrato e perfetto retrogusto leggero e caldo di vaniglia. Quando lo sento immagino il tuo respiro umido su di me...
Dimmi tu quando puoi, se vuoi. Spero di rivederti.”

Abbandono il coltello delle verità con cui ho ferito, lascio il manico dalla sua parte se vuole negarsi.

La  risposta non tarda ad arrivare

”Non credo sia una buona idea, quei 10 minuti per me potrebbero avere un valore diverso dal tuo...
Potresti leggere nei miei occhi emozioni troppo grandi...
Ora capisco perché l'ultima pagina del libro l'hai stracciata e ne hai lasciata una bianca...
L'ho letto e non posso fare altro che sospirare..”

Ho pugnalato con un'arma terribile, la peggiore. La verità, nuda e cruda. Ho trafitto le scuse e i nascondigli sanguinando consapevolezze. Sai, anche io ci ho fatto i conti e per tanti aspetti della mia vita continuerò a farlo. E' sempre dura, che sia la mia voce o quella della coscienza a parlare.

Possiamo scegliere. Anche se difficile.

Anche rovinandoti da solo con le tue mani,
Grandi, sensuali mani. Costruendoti false gabbie dorate che ti opprimono.
Mani che potrebbero costruire la tua felicità, mattone dopo mattone, carezza dopo carezza, potrebbero afferrarla. Invece soffochi e non posso farci niente. Ognuno deve camminare nel proprio percorso e non ti credere, anche il mio é tortuoso. A fatica sto in piedi, non posso salvarti.
Dove nascondi il tuo mondo dentro?
Perché stai spegnendo lentamente quel un fuoco che ho visto in fondo ai tuoi occhi?
I buchi che stai tappando, potrebbero scoppiarti davanti, facendo cadere falsi castelli di carta e prigioni dorate e rendere inutili gli sforzi.

Voltandoti indietro, stanco e acciaccato sarò lontana, o forse più vicina di quel che pensi.
Un ricordo vivido dolce e amaro. Magari la mia scia ha lasciato qualche luccichio qua e la che inseguirai. Voglio pensare che un giorno prenderai le redini della tua vita. 
Te lo auguro perché lo so, non sembra, ma ti voglio bene.
Proprio per questo, meglio salutarsi, anche se continuo a pensarti.

In effetti é vero, rileggendomi, ero proprio una mocciosa sai|?!
Follia e imprevedibilità sono rimaste e mai andranno via. Ho capito che alcuni colori fanno proprio parte di me ma alcune sbavature sono volate col tempo. 

Ora abbraccio il silenzio. 
Guardo il cielo stellato e mi addormento cullata dal vento. Mi sei venuto a trovare in sogno, furbetto. Sorrido e chiudo gli occhi. Stanotte verrò a farti visita.



sabato 13 luglio 2013

Dentro i miei vuoti: L'inquietudine prima e dopo la tempesta

Una notte così silenziosa non l'avevo mai sentita. Si sentono ancora di più i miei pensieri che si contorcono, stringono, affannano, graffiano cercando riparo. Forse avranno requie nel bagliore delicato dell'alba.
Mentre una leggera brezza sembrava cullarmi e tranquillizzarmi, improvvisamente tutto si stravolge.
E' arrivata una bufera di vento. Anche l'aria con me si stringe, urla, in vortici infiniti, strappa anche le morbide nuvole fluttuanti.

” Ho bisogno di TE”

Stavolta non sibilerei 'Davvero?' E neanche 'Già'. Ascolterei. Nient'altro.
Nascosta dal vento potrei....
Si, potrei dire a voce piena: ”Anch'io. Anch'io ho bisogno di te!'.
Ma non sarei coerente con ciò che debbo fare.
La razionalità è la mite governante tuttofare di una casa che viene sempre messa in disordine, nonostante i continui tentativi di tenerla in ordine, nonostante corra a prendere i cocci per rimetterli insieme e buttarli, nonostante compri anche nuovi mobili per riporre le cose, passa il tornado e butta all'aria tutto.
La padrona di casa sembrerebbe un misto tra ubriaca e drogata, ma di emozioni sempre nuove che le danno alla testa.
Pensa che il gioco vale la candela e le piace sentirne il calore, dentro, sentirsi fiamma, fino a rischiare di bruciarsi. Vuole sentire il limite e infrangerlo, lasciarsi bruciare, lasciarsi cadere.
Sentire che la paura diventi adrenalina, diventi fuoco nel profondo e ghiaccio come un fremito che pervade tutto il corpo insieme.

Sono passati i lampi, gli incendi.
E' passata la bufera, la grandine che imbianca leggermente le strade.
Ha smesso di piovere. Tutto si è placato.
Tutto si rilassa e il respiro pervade ogni anfratto dell'anima, scivolando lieve, senza pretese.
Trova un campo di battaglia dismesso che solca ancora la terra con la cenere e qualche fuoco ancora acceso, sotto la pelle.

”Tu, chi sei?”

Stai ancora un altro po' con me. Ispirami nuove parole, nuovi brividi, dai sostanza ai colori della mia tavolozza, sussurrami nuovi suoni. Stavolta rimarrò ad ascoltare, con le mie orecchie, con i miei grandi occhi e con le mie mani, senza dire nulla.
Bevo l'illusione di un incontro, come un caffè, per annaffiare almeno un po' l'arsura desertica che ho dentro.
Sorrido. Mi abbandono sul divano. Chiudo gli occhi.

Con le mie mani ridisegno i lineamenti del viso che pian piano si distendono.
Scendo sul collo e sulle mie forme che abbraccio.
I lividi, le imperfezioni, le cicatrici, i ricordi. Fa parte di me.
Continuo ad esplorare cadendo in una lenta e inesorabile discesa agli inferi nei più libidinosi nascosti piaceri.

Mani vogliose, baci assetati.

In questi attimi, sola col mio essere, respiro i miei pensieri.

Dentro i miei vuoti: Polvere di stelle


Dentro i miei vuoti é un racconto a capitoli ispirato all'omonima canzone dei Subsonica. Riferimenti a fatti e persone esistenti sono puramente casuali

Colonna sonora:  Stardust - Kirayel


Che strane queste pareti ferrose. Non avrei mai detto che da un angusto spazio grigio avrei potuto ricavarci un alcova romantica. In realtà non lo pensavo, ma lui la considerava tale e regalò uno sguardo diverso anche a me.
Era una piccola baracca che con del vento ballava cigolando. Un ripostiglio, niente di più.
Complice la notte, il buio che cela e intriga, qualche candela, per magia tutto si trasforma.

”Proprio bello qui, sai!” con gli occhi brillanti di un bambino e un filo di voce calda e sottile come fiammelle, quasi a non voler rompere l'incantesimo, non disturbando il vento impalpabile della notte.
Lo guardo per imprimermi la sua espressione sorpresa e divertita e la ricambio anche io, pensando come non venga notata la confusione del posto improvvisato. Annuisco e sussurro " Già."

Le sue mani scrivono su di me emozioni, suonano e plasmano il mio piacere con forza ardente, sinuosa eccitante curiosità e preziosa suadente dolcezza.
Le mie mani affamate e i miei baci assetati tracciano i suoi confini. I suoi desideri. I suoi vuoti.
Riempiendoli.
Riempiendomi.
Intimamente, profondamente..dentro ogni cellula, ovunque.

Il tempo ci fa ricordare che sono attimi, stralci di buio. Eppure così intensi che si mistificano celandosi con l'eternità.

Da quanto siamo qua non chiederlo, 
Dalle finestre luci scorrono, 
Lenzuola stropicciate, che ora è?  
Stai con me! 


Parla e lo ascolto con orecchie silenziose ma voraci.
Parla e ha quel suo modo , Lui non lo sa, non ci da peso, e mi attira moltissimo.
A volte, sopratutto quando é molto rilassato, prende fiato dopo poche parole e la sua voce assume una leggera cantilena che ricorda quella semplice e immediata dei bambini, ma forse é solo questo strano dialetto che non ho mai imparato. Sembra in contrasto con i discorsi pessimistici che fa, a me risulta chiaro il quadro di una persona col cuore grande ferita dalla vita, che da qualche parte vuole sognare ancora, vuole essere felice ancora.
E forse sottovoce, sussurrava che quella parte é con noi, ora ”Sto bene” E mi disegna di piccoli baci, rimarcando bene il viso, le sopracciglia, e io credo avrò assunto un sorriso da ebete dalla beatitudine in cui annegavo.

Tra me e me pensavo
”Vorrei che il mio uomo fosse così” non voglio pensare ”vorrei che...fosse il mio uomo” .
A differenza delle eroine romantiche dei film e dei libri, non vivo di illusioni e sono cosciente.
Sogno, ma mi sono vaccinata per anni di dolore e adesso non lo sento più.
Vivendo ogni attimo intensamente, non ponendosi il problema del 'domani'. Se ci si ostina a guardare troppo l'orizzonte, si inciampa. Bisogna vivere il presente, l'immediato.
Senza domande e senza parole.
Non ho pretese. Mi godo il momento.

”Lo sai che siamo polvere di stelle?”
Ascolto il suo pensiero. Dolce e amaro. Poetico e triste, come una canzone.
Una musica che mi risuona dentro.

Forse sarà l'ultima volta che ci vedremo. Che le nostre scie si incrociano.
Ma in questo cielo notturno, che si appresta a nasconderci e strapparci via, 
abbiamo brillato come non mai, come una luce che non vedremo mai più nei nostri screzi di cielo paralleli.

Portati un bel ricordo di me, nascondilo gelosamente in un cantuccio del cuore.
A presto o Addio, nessuno lo sa. 
So che ti penserò, perché da qualche parte, ci sarà sempre un pezzetto di te custodito gelosamente.

Addio, a presto polvere di stelle.


venerdì 12 luglio 2013

Dentro i miei vuoti: Respiro

Luci dell'alba. Il sole é ancora lontano ma i suoi echi si cominciano a riflettere.
È da tanto tempo che non guardo la notte negli occhi, così profondamente, eppure già mi sfugge.

Ascolto la natura che mi parla in molteplici modi affacciata alla finestra a Nord che da sul giardino e su un vigneto e oltre ad esso, il campo, vuoto e silenzioso.
Mi sembra strano pensare che tempo fa ero nel punto in cui guardo ora. Pare di guardarmi attraverso il tempo.
Attraverso questa rete dinnanzi al mio volto che pare filtrare le ombre e il passato.

Il cielo, incurante, è pieno di pace.
Accarezza con la sua fresca brezza gli animi tormentati e dona requie a quelli stanchi e dubbiosi.
Tutto sembra eternamente congedarsi dal tempo che lentamente lambisce di luce anche gli ultimi lembi scuri.
È tutto così dolce che anche la notte sorride socchiudendo gli occhi e si accascia su un celato giaciglio celeste.

È tempo di andare prima che si accechino le illusioni e i fragili sogni vengano turbati rivelandosi, dissolvendosi.

A me rimane il suo oscuro sguardo e il suo ventoso respiro che ancora non svela i luoghi che avvolgerà.



Dentro i miei vuoti' é un racconto a puntate ispirato alla omonima canzone dei Subsonica. É un'opera di fantasia. Riferimenti a fatti o persone sono puramente casuali

giovedì 11 luglio 2013

Dentro i miei vuoti: Non ti guardo. Ti vedo



Dentro i miei vuoti' é un racconto a puntate ispirato alla omonima canzone dei Subsonica. É un'opera di fantasia. Riferimenti a fatti o persone sono puramente casuali

Se c'è un motivo trovalo con me 
Senza ingranaggi senza chiedere perché. 
Dentro i miei vuoti puoi nasconderti.


Due solitudini si attraggono: tu chi sei? 

Ancora vuoi sapere chi sono? I dettagli inutili rovinano il fascino, non lo sai...?

Siamo due solitudini che si attraggono
Ecco chi siamo. Cosa siamo.

”Piuttosto sai cosa sono per te? Sicuro di sapere cosa stai cercando...?”
”Direi di si, un'amica con cui condividere dei bei momenti, che mi ascolti e che possa ascoltare a mia volta...In fondo non ho bisogno di altro...”
I suoi occhi si fanno grandi, teneri. Emana una grandissima dolcezza e comprendo che cerca in realtà qualcosa di più, che urla sensualmente il suo sguardo.
Gli sorrido vezzosamente ” Mmh , riesco a vederti e vedermici attraverso i tuoi occhi sai?
Sta attento, non affezionarti troppo a me..." e aggiungo tra me e me "Non innamorarti di me” ridendo per smorzare le mie parole un po' supponenti.
”Chiara sei proprio sicura di te monella, vero?!” Sorrise a sua volta facendo un'espressione che pareva dire "Poi vediamo furbetta!".
Rimasi sorpresa nel sentire da lui il mio vero nome, poggiato e plasmato dalle sue labbra e dalla sua voce esce in modo eccitante come non ho mai sentito prima.
”So il fatto mio. E tu oltre a voler sapere i miei, cosa sai di te?”
Non sapevo come rispondere. Avevo giocato tanto a intercettare sguardi e intenzioni, ma in fondo non mi conoscevo abbastanza io stessa.

Sarà il mio lavoro, lo scrivere , l'osservare, il sentirmi un po' strega e sensitiva, come molti amici dicono. Penso di parlare troppo quando dovrei centellinare le parole e viceversa quando dovrei esprimermi non lo faccio. Ma col tempo ho imparato a parlare poco, ma andare dritto al punto, tanto alle volte da diventare ariete da sfondamento e fare male.
Tengo tutto distante da me per non farmi male. Non te lo dirò perché in questo momento non ne sono consapevole, ma é per questo che potresti avvertirmi distante.

”Sembri disinteressata, fredda, distaccata ma mi ascolti attentamente. Capti anche i sospiri dell'anima. Ora mi guardi con quei tuoi grandi occhi, ma alle volte non mi guardi, come quando facciamo l'amore, eppure ti sento presente. Come fai? Come fai a capirmi??”
Giro lo sguardo, guardandolo pienamente negli occhi. ”Semplice. Non ti guardo. Ti vedo. I tuoi occhi dicono più delle tue parole e dei tuoi silenzi, sai?”
”Davvero?” E sorrise. ”Sei speciale!” Mi strinse.
"Ti vedo anche quando non sembra ti stia osservando. Lo faccio un po' di nascosto a volte.." 
In realtà son talmente timida che non ammetto la mia timidezza nel guardarlo.

Mi guardo nei suoi occhi e mi vedo, mi sento bellissima, donna, sinuosa, coccolata. Un'immagine che quasi fatico a credere sia mia. Una sensazione talmente bella che quasi ne ho paura.

Il suo modo di fare, in quello che dice, che fa, come mi tocca, come mi prende fisicamente e mentalmente, mi fa sentire desiderata, col corpo interamente vibrante di attesa e piacere.
Pienamente Donna. E' la prima volta che mi sento così.
Dice fare "l'amore" che sta cadendo sempre più in disuso. Eppure nessuno mai come questi termini possono definire al meglio la forza -"fare"- e la dolcezza, il romanticismo della parola "amore". Un equilibrio sublime.
Quel sublime romantico di accezione ottocentesca, di fronte alle tempeste e ai fenomeni naturali impetuosi che suscitano meraviglia e anche inquietudine.

Meraviglia e inquietudine.

Carpivo di nascosto, nascondendo la mia timidezza, quegli occhi grandi che spuntavano da un profilo completamente glabro, mi guardavano compiaciuto e domandavano diretti. Uno sguardo intelligente, malizioso e pungente che sapeva dove mirare

Meraviglia e inquietudine.

Scosse la testa come per chiedermi come mai lo fissassi in quella maniera.
Presi uno specchio che avevo sul comodino di fianco al letto e glielo porsi
”Sai, dovresti proprio parlarci coi tuoi occhi. Sanno tante cose, possono raccontarti più di ciò che sai, più di ciò che credi, che pensi di sapere. Parlaci, parla con te stesso”.
Afferrò quel vetro e si guardò.
”Non so come fai ma riesci a colmare i miei vuoti... Sono qui con te e mi stai dando tutto questo..." poi si voltò verso di me "Cosa ho fatto per meritarmelo...?”

Se c'è un motivo trovalo con me 

Senza ingranaggi senza chiedere perché. 
Dentro i miei vuoti puoi nasconderti.

”Sincerità. Questo voglio, questo cerco. Non voglio finti Dei della perfezione. Voglio persone vere, imperfette. imperfette di realtà, di vissuto, di dolore. Indossiamo già troppe maschere nelle abituali botteghe delle ipocrisie. Ti sei mostrato a me come sei. Grande e indifeso, toro ferito da corride e matador che in parte hai scelto anche tu. Forse per leggerezza, forse per immaturità e paura.”
Guardò in basso con un espressione che annuiva a ciò che dicevo.

Continuai ”Non conosco la tua storia e non voglio saperlo, viviamo il presente  questo importa, ma sono sicura che hai una gran forza da qualche parte, vedo quel fuoco nei tuoi occhi..quel fuoco ora sopito. Riaccendilo prima che sia tardi. Prima che il tempo e il rimorso lo divori completamente nell'abisso del nulla...”

Con un respiro cupo disse ” Lo sta già divorando...ma tu sei la mia cura, lenisci le mie ferite..”

Due solitudini si avvolgono 
Due corpi estranei s'intrecciano 
Duemila esitazioni sbocciano 


Stai con me!

Svanirò, forse già fra poche ore. La luce mi porterà via.
Non pensarci. Voglio godermi questi attimi con te perché so mi custodirai gelosamente dentro di te. Lo farò anch'io, anche quando crederai ti abbia dimenticato. Godiamoci, respiriamoci questa polvere di stelle.


Se c'è un motivo trovalo con me 

Senza ingranaggi senza chiedere perché. 
Dentro i miei vuoti puoi nasconderti.

Dentro i miei vuoti : Appuntamenti al buio...bendati


Dentro i miei vuoti' é un racconto a puntate ispirato alla omonima canzone dei Subsonica. É un'opera di fantasia. Riferimenti a fatti o persone sono puramente casuali


Questo appuntamento sarebbe stato al buio, ma ho deciso di dare un tocco in piú....
Sarà davvero al buio...bendato.....

”Sono arrivato al parco che mi hai descritto....dove sei?” Il suo sms, inizio sera di un normale giorno infrasettimanale.

”Cerca una panchina con una sciarpa lunga nera”

”Trovato...e ora?”

”Bendati..” Risposi io, risposta anomala di un normale giorno infrasettimanale.

Ero curiosa della sua risposta....potrebbe spaventarsi, potrebbe arrabbiarsi....o eccitarsi, reazione che auspicavo.

”Va bene..mi sto bendando...”

Aspettai qualche minuto e lo osservai nascosta mentre eseguiva i miei ordini. Uscii e mi avvicinai.

”Voglio farmi conoscere attraverso i tuoi sensi....e poi mi vedrai.
Niente baci...ma puoi usare le labbra per sentirmi....”

Uscí un sorriso dalla parte inferiore della benda e farfugliò sorridendo ”...che matta.....”

”Vero...” Sussurrai nel suo orecchio sinistro ”Ti piaccio per questo, no...?”
Sorridendo si morse le labbra e mi trattenni a fare lo stesso.
Mi esploró attentamente, mi feci esplorare.
Ogni tanto gli conducevo le mani, per toccarle e farmi toccare.
Lo stuzzicavo per farmi baciare e infrangere la prima regola, ma fu zelante nel rispettare le consegne.

La sera cominciava a tramutarsi in notte. Mi alzai e gli dissi ”Seguimi” e mi alzai.
"Aspettami..." E si alzò anche lui, senza togliersi la benda.
”Bravo...segui la mia voce e le mie mani...fatti condurre......” 
Sorrideva divertito e sempre più eccitato.  "Dove mi stai portando....?"

Un piccolo baracchino seminascosto di lamiera, dove i giardinieri tengono gli arnesi da lavoro, poco usato di giorno e mai di notte....tranne questa.

"Lo vedrai.....anzi...sentirai....ti farò perdere.....tutti i tuoi sensi..."
Incluso il buon senso, il senso del dovere. Ti prenderò tutto. Non ti rimarrà più nulla.
Devasterò il tuo piacere e conquisterò ben più del tuo fremente corpo. Tutto il tuo essere.
Le mie mani ti stanno guidando alla tua disfatta, alla mia conquista, alla mia, nostra vittoria.

Dove ti sto portando....?

A un sogno lucido, uno squarcio di paradiso.
Al sugoso nettare del piacere a cui ti lascio bere e soddisfarti.
Lo sai che prima o poi dovremo pagare, ma non ora...
A questo momento però non ci rinuncio. Avidamente lo mordo e afferro con le unghie.
Questo momento è solo nostro!
Una luce che brucia e disegna percorsi incollandosi alla pelle.

Chi é davvero bendato?
Entrambi. Tu che ti fai raccontare frottole dalla tua stessa ragione per poi seguirmi alla cieca facendoti profondamente avvolgere da me.
E anche io procedo bendata. Sto calcolando tutto, ma sembra che qualcosa voglia sfuggire.
Non so a cosa andrò incontro, so che la mia fredda benda si allenta...
Mi concedo di lasciarmi andare.

Sento il profumo della tua carne. Quel profumo selvaggio, di uomo, di animale.

Chiudo gli occhi della ragione e ti seguo. 

Dove mi stai portando.....?


Guidami...


Due solitudini si avvolgono
Due corpi estranei s'intrecciano
Duemila esitazioni sbocciano

Stai con me.

Se c'è un motivo trovalo con me
Senza ingranaggi senza chiedere perché
Dentro i miei vuoti puoi nasconderti,
Se c'è un motivo trovalo con me.
Senza ingranaggi senza chiedere perché

Dentro i miei vuoti puoi nasconderti.

Le tue paure addormentale con me..........
Le tue paure addormentale con me..........


Stanotte

Dentro i miei vuoti : Viaggi notturni


Dentro i miei vuoti' é un un'opera di fantasia. Riferimenti a fatti o persone sono puramente casuali

Soundtrack : Dream of Stone - Gazpacho

Certi viaggi cominciano così. Senza un perché. Senza un dove. 
Partono da una corsia di emergenza o da un divieto di sosta e si troveranno coinvolti nel buio, nella luce, nell'illusoria rotazione della luna e del sole.
Non ci gira tutto intorno, siamo noi in continuo movimento.
Uno spasmo per fuggire dal vuoto, dalla solitudine, gravitando intorno agli altri, intorno a una causa.
Ora siamo qui.
Forse una collisione di corpi vaganti, che potrebbero perdersi in imprevedibili destinazioni.
Ci siamo colpiti. C'è stato un impatto che ha risuonato tumultuosamente dalle nostre mani, sulla nostra pelle.


Impalcature spartitraffico, fari alonati blu monossido 
Due solitudini si attraggono
Tu chi sei? 

Un viaggio notturno in macchina.
Quando tutto tace, dorme o attende nuovi passaggi, nuove illuminazioni.
In attesa di qualcosa sconosciuto. 
Traffico, movimenti interiori.
Pensieri assordanti che sbattono nel silenzio.

Esitazioni

Sento i miei battiti che scandiscono il mio tempo, treni di ricordi e idee.

Il respiro si fa largo impertinente, vaga nello spazio finché accoglie un eco, senza sapere perché e dove risuona, se dentro le proprie stanze, nella testa o sull'asfalto bagnato dalla pioggia.
I passi diventano un sussurro, un sussulto, uno dopo l'altro, giochiamo a rincorrerci nelle emozioni e negli sguardi, nascosti, persi nel buio, che si intrecciano toccandosi in caldi bagliori soffusi.



Due solitudini si avvolgono 
Due corpi estranei s'intrecciano


Intenso sogno notturno, stringo nei miei occhi storie nascoste che combattono col desiderio incontenibile di urlare. Suoni intensi, senza parole, note di sensazioni primordiali.
La mia musica.




Dentro i miei vuoti: Start the game - Allora giochiamo, Baby!




Dentro i miei vuoti' é un racconto a puntate ispirato alla omonima canzone dei Subsonica. É un'opera di fantasia. Riferimenti a fatti o persone sono puramente casuali


Qualche giorno dopo il concerto al pub, ricevo una mail su facebook da un contatto che a quanto pare   non é tra i miei amici virtuali. Inforco gli occhiali per leggere meglio.
”Ciao, finalmente ti ho trovata! L'ultima volta mi sei praticamente fuggita :)
Hai qualcosa di intrigante, vorrei conoscerti...spero me lo permetterai.
Rick”




Leggo che il suo nome vero è Riccardo. Guardo la foto profilo, la ingrandisco e non ho piú dubbi.
È proprio l'uomo a cui pestai il piede quella sera.
Provo a scuriosare un po', clicco sull'avatar e, sebbene la maggior parte delle informazioni è celata da privacy, riesco a vedere qualche foto, qualche interesse in comune.
Mi accorgo che abbiamo frequentato gli stessi posti senza mai beccarci.

Siamo destinati a essere vite parallele. Ci siamo incrociati per sbaglio. Un incidente.
Torneremo a essere vite parallele. Prima o poi...

”Ciao Rick, si mi ricordo di te...e del tuo piede :) Preferisco conoscere persone libere....mi spiace!
Buona giornata!”

Concludo in modo educato, un po' da impiegata diligente che saluta sempre tutto e tutti con educazione  da manuale. Mando talmente tante mail che  spesso il burocratichese entra anche nelle mail più informali. Un po' come il mio lavoro che entra anche nella mia vita, spesso e volentieri.
Anzi. É la mia vita.

Mi risponde dopo poco. ”Capisco...una birra? Che male c'è in una birra...dai...quattro chiacchere....da amici.... :)”

Di solito le emoticons o 'smiley' sono molto usate dalle ragazze, ma a quanto pare anche Riccardo le apprezza molto. Da' una nota di colore in più, suggerisce un carattere vivace e malizioso, come lo sguardo che vidi quella sera.

Non risposi alla mail. Passò qualche giorno e mi scrisse ”Aspetto ancora per quella birretta...;)”
Risposi al volo dopo un paio di giorni. La sua era insieme ad altre mail a cui dovevo rispondere.

Mail di lavoro, di amici, varie ed eventuali a cui prima o poi devo rispondere, ne approfitto la notte, quando torno da lavoro o quando ho appena finito le incombenze editoriali. 
Nel silenzio della notte, mi concentro meglio. Non devo correre da nessuna parte, non mi chiama nessuno. Svolgo in tranquillità ciò che rimando durante la giornata. Pianifico la settimana, ordino gli appuntamenti. Si, in pratica é ancora lavoro.
Devo pur farlo. Ma non mi pesa, la notte. Momento tutto mio....(dell'insonnia...e del restante lavoro..)

Rispondo un po' distrattamente qualcosa del tipo ”vedremo...adesso sono molto impegnata, rimaniamo in contatto!”
Sto per premere invio ma mi rendo conto di essere un po' troppo secca. Troppo sintetica. Metto una faccina smile finale e penso che vada giá meglio. Premo invio.

Il giorno dopo, o meglio qualche ora dopo, mi scrive incuriosito.
”3 di notte? E l'altra volta le 4? Che combini a quell'ora per essere ancora sveglia...?:)”

Gli rispondo dopo una settimana credo, il tempo scorre e manco me ne accorgo.
”Lavoro. Finisco tardi.”

Sicuramente gli avrò solleticato la curiosità. Mi chiede che tipo di lavoro faccio.
Mi dimentico di rispondergli.
Dopo una settimana ritenta. Mi riprometto di rispondergli ma un po' mi passa dalla mente e un po' lascio passare.

Mi scrive ”Mi hai abbandonato! :(” 
Gli rispondo la sera dopo ” Non siamo ancora amici e già ti attacchi a me così...non sono una donna con molto tempo ed energie a disposizione..sorry.” Un invito a rivolgersi altrove.
Ritenta, sollecita, mi ha proprio puntato e non vuole lasciarmi perdere cosí facilmente.

Mi piace questa cocciutaggine. Mi piace questa insistenza, sotto sotto..

Mi chiede se puó offrirmi almeno un caffè, che tipo di lavoro faccio, il mio numero di telefono, qual é il mio nome vero e perché Kennie.
Finisce la mail con ”troppe domande immagino. Sará deformazione professionale ;)”

Diiiiiiiin ha colpito la mia curiositá!

Gli rispondo incredibilmente invece di una riga striminzita, gliene scrivo ben quattro righe, e anche un po' di gusto. È pomeriggio. Rilancio.

”Mmm deformazione professionale eh? Mmm...investigatore?
Il nome non ha importanza, né quello che faccio. Ti posso dire che ha a che fare con l'arte..;)
Piuttosto, sei sicuro di sapere cosa vuoi...?
Io si, di sicuro non una relazione, per giunta incasinata. Voglio essere libera.”

Mi risponde dopo poco, 

”Fuochino....dai che ci sei vicina....;)
Anche tu però pizzichi, indaghi e fai orari assurdi...Sei una investigatrice privata? Una ballerina? Un'attrice? :)
Io cerco solo  un'amica con cui parlare e condividere...come hai potuto già capire, una relazione già ce l'ho...quindi direi che siamo sulla stessa lunghezza d'onda.....”

Ci stiamo mentendo entrambi, fin dall'inizio.
Le nostre celate necessitá di sentirci completi. Di colmare le nostre solitudini

Mi scorre davanti già quello che potrebbe succedere.

Io peró sono in vantaggio, vedo, ho il controllo.

L'idea mi solletica, mi eccita.

Ho il controllo.

Comincia il gioco!!!

Potrebbe sfuggirmi, potrei scottarmi..

Perché no. vuol dire che sono viva. Ho fame di emozioni.

É partito il gioco. Allora giochiamo, baby!