martedì 24 luglio 2012

La valigia del ricordi... Final Fantasy VIII

Famosa Scena del ballo di Squall e Rinoa da Final Fantasy VIII .
All'epoca era uno dei massimi livelli di computer grafica.
Il periodo di Final Fantasy VIII nella mia memoria e nel mio cuore hanno un profumo e un posto speciale...

1999.
Crepuscolo del secondo millennio e di un secolo che ha visto cambiamenti così repentini.
Tanti film dipingevano mondi futuristici  (2001 Odissea nello spazio) o di decadenza della civiltà (1999 Fuga da New York- film che ha ispirato il personaggio di Solid Snake di  un altro grandissimo videogames: Metal Gear!) 

Nonostante siano passati 'solo' 14 anni, a me sembra un secolo.
I progressi tecnologici sono stati enormi, l'avanzata di internet, dei cellulari, della comunicazione.
In piú ero appena adolescente, mi appariva tutto magico. La fantasia correva, sognavo ad occhi aperti.

Il mio primissimo approccio ai videogames fu col Commodore64!
Le sue cassettine a nastro, di cui ricordo persino l'odore, di cui qualcuna finiva sempre per srotolarsi,  i buffi personaggi quadrettosi, i miei che tentavano di segnarsi il numero dei giri del display analogico per procedere nei livelli ( ne ho un ricordo alla lontana, ma sicuramente era impossibile se non arduo salvare le partite...)

L'arrivo della Playstation 1 era qualcosa di eccezionale per gli anni 90.
Adesso, con la tecnologia iPhone, Android e l'imminente lancio della Playstation4 , le nuove generazioni di videogiocatori messi con una Play1 non vedranno che quadrettoni non fluidi.
Io però ci vedevo, e  continuo a vederci, mondi interattivi che mi hanno fatto sognare....

Tekken, Street fighter...i primi Tomb Raider....e Resident Evil....
Questi ultimi due avevano un'atmosfera incredibile, che -a parer mio e di molti 'paleo-videogiocatori'- con i potenti motori grafici si è perso. Diciamo che i limiti grafici, spingevano ad approfondire di più trama ed atmosfera.
Man mano si sono avvicinati a semplici sparatutto (vedi Resident evil5. Dopo non so se sono tornati alle origini, ammetto che non seguo gli sviluppi di questa saga da anni).

Torniamo al 1999. Esce Final Fantasy VIII!!!


La colonna sonora di Nobuo Uematsu mi coinvolse tantissimo, al punto che cercai in ogni modo di averla! Internet non era ancora diffuso ed era anche costoso, quindi ci si affidava ai negozi di cd. A quanto pare il disco contenenti le colonne sonore di FF8 era disponibile solo in America e in Giappone.
Mia madre vedendo la mia disperazione, riuscì a scaricarmele midi da internet e mettermele su cassetta.

Mi fa tenerezza pensare a tutto ciò! Adesso bastano pochi click e puoi trovare tutto in tutto il mondo on line!

A livello musicale, mi ha influenzato moltissimo.
In quel periodo frequentavo il Conservatorio studiando pianoforte.
Mio padre mi regalò una tastiera M1 Korg. Lo stile di Nobuo, così  affine alla musica classica e particolare a quella italiana con un pizzico di rock, mi conquistò.
Sopra potete sentire "LIBERI FATALI" che apre le danze di Final Fantasy VIII, inoltre sempre parlando di brani ispirati alla classica col titolo italiano, per Final Fantasy VI ha composto "ARIA DI MEZZO CARATTERE".
 A mio parere dei capolavori!

La cosa che più mi piace di lui come di altri, è l'estrema versatilità: difatta una colonna sonora deve avere molte sfumature, a seconda del mood e delle atmosfere del gioco, dalla paura al coraggio, dalla dolcezza alla grinta.
Nobuo ha anche inciso diversi album, oltre che le track di videogames, con la sua band metal (si sente il tocco grintoso, sopratutto per i brani di battaglia, con quegli assoli di chitarra fantastici!)

Final Fantasy ha letteralmente contagiato la mia generazione di musicisti!

Se vogliamo parlare dello stile del disegno dei personaggi, è molto attuale!

Sicuramente apprezzato  dai più giovani, le pettinature ricordano quelle degli 'Emo' , il vestiario è tra il "Rock" e il "Visual Key", si può proprio dire che sia un precursore di quest'ultimo.
Ma quanto è pelliccioso Squall!



Beh che dire...

Grafica che ora risulterebbe piatta... ma quanta creatività!!!
Che tempi! Sono felice di averli vissuti!



Il tema che accompagna le 80 e passa ore di gioco, come per molti altri videogiochi, film e romanzi, non é solo il solito salvare il mondo ma é  l'amore, in diverse forme e relazioni.
Intravisto in un lontano sguardo timido (Julia & Laguna)
l'amore perduto (Laguna & Rain), 
l'amore che cresce e che oltrepassa le proprie chiusure, le proprie barriere emotive (Squall & Rinoa). Di solito ci si identifica in un personaggio, io invece rivedevo un po' in tutti.
La sbadataggine (Laguna), la cantante (Julia), il combattente di ghiaccio (Squall) e la dolce e solare ragazza (Rinoa).

Ero molto attratta da quei personaggi, che in confronto a una piccola tredicenne erano "adulti".
Caratterialmente mi sentivo più simile ad uno Squall che a Rinoa, essendo incredibilmente timida e schiva. Crescendo sarei diventata espansiva, quasi come Rinoa.
Adesso sento di essere un po' tornata sulle mie Squall.



Yeah, spade e fuoco

Adesso si fa sul serio!

ATTENZIONE SPOILER!!!
Se non ci avete mai giocato, e volete farlo ora approfittando degli sconti al Playstation Store, non leggete oltre!!!!
Le storie così drammatiche di Laguna  per me, avevano, hanno tuttora quel sapore di magico, etereo e solenne, forse perché erano state spezzate troppo presto, erano rimaste così, in sospeso.
Il giocatore sperava, tifava fino all'ultimo ad un avvicinamento e un lieto fine con Julia e anche successivamente con Rain scompare presto. 
Tutto ciò che rimane dalla prima è una canzone bellissima e struggente, 'Eyes on you' che viene ripresa più volte in arrangiamenti diversi durante tutto il gioco. Mi piace molto pensare, fantasticando calandosi nel videogames, che Julia abbia immortalato quel attimo, quegli sguardi, quelle sensazioni nella musica. 

Quanti musicisti, anche nella realtá, hanno fatto, fanno e faranno la stessa cosa! In questo modo, consacrano all'immortalitá quegli attimi, o il ritratto emozionale di una persona. Penso a canzoni come 'I don't wanna miss a thing' degli Aerosmith, 'Roxanne' di Sting , etc etc.



Canzoni che parlano della felicitá dell'amore, che parlano del dolore di un amore perso, non corrisposto, di un amore difficile, di un amore sospeso nel tempo..... Capita anche nella vita che tante storie, per vari motivi, accidentali, casuali, rimangano in sospeso. Per uno sguardo non colto, per timidezza, per un momento sbagliato non propizio, perché non si è pronti o uno dei due non lo è, per gravi motivi di forza maggiore, e via di scorrendo. Queste storie rimangono in un limbo di immaginazione che la nostra testa fa fermentare e si immaginano i prosegui possibili. 
"...e se....?" Tanti 'Se' e tanti 'Perché' che non troveranno mai risposta e proprio per questo gironzolano sempre con più forza e desiderio nel nostro cervello. Col passare del tempo tutti i ricordi diventano bellissimi, dolci e sognanti,si perdono i particolari decadenti della realtà. Senza entrare nel dettaglio, mi rammento il discorso filosofico intorno alla "Potenza e atto"....questi fili 'potenzialmente' potevano essere qualsiasi cosa, amicizie, passioni, matrimoni, divorzi, nuovi intrecci, ma a un certo punto, non si sono evolute. Ciò gli farà avere un alone di mistero, un fascino per un destino spezzato, per una sliding doors non passata, per un film di cui non abbiamo visto mai il finale... per questo forse sarà più intenso ricordarlo e rivivere quei brevi attimi... e nonostante il tempo passerà, ci sarà sempre un posticino speciale nella nostra mente.... Sognando un'intensa avventura di vita, 
come un'ultima fantasia  - Final Fantasy


domenica 22 luglio 2012

Post it sparsi




Ombre nella notte.
Fantasmi del passato e presenze inquietanti nel presente.

E' notte.
Gocce, vetri che scrosciano rumorosamente rompendo la sacralità del silenzio,
vento che forse le stringe nel suo petto strappando ciò che é rimasto, o le lascia sfiorare la terra per asciugarla.

Rimango qualche minuto ferma in macchina.
Per qualche minuto il nulla è compagno dei miei non pensieri, in stand-by, in attesa, non si sa di cosa.


I campi di battaglia possono sorprendere per il loro aspetto tranquillo, amichevole.
Ancora a combattere. La battaglia è lunga, siamo solo all'inizio.

Questo vento avvolge a sé tanti ricordi che nel silenzio di questa notte e della mia mente ipnotizzata dal gioco di ombre, si proiettano velocemente.
Film? `Non ne capisco il senso, voglio andare via.

Forse c'è? Che dovrei fare?
Correndo in questo circolo vizioso, vedrò di nuovo me stessa.
Cosa ne pensi?
Le risposte appariranno? Ci saranno soluzioni?
E penso 'No'.

Ma giorno dopo giorno stava lentamente morendo,
Con una cosa dentro difficile da definire..
Doveva ritrovare sé stessa
Perché si è persa
Cadendo nel fango
Mentre il suo dolore bruciava
Persino nella disperazione
Ha avuto solo illusioni
Ma raggiunse quell'ultima, flebile fiamma
Di cui nessuno sapeva la provenienza
Ma io so che dalla parte più profonda dell'anima...

E' stata al di fuori..
Ora vede l'arcobaleno,
Dopo le tempeste, la pioggia,
E' stata al di fuori...
Ma ora è qui per te
Per dimostrarti che puoi vivere ancora
Dopo essere stata al di fuori, dopo essere morta dentro..."

She's been outside.

Mah, non so come una canzone che ho scritto anni fa, dedicata a una mia carissima amica possa descrivere in realtà il mio trascorso di questi anni...e quello che sto passando ora.
Persino 'Red sky' (cielo rosso) racconta di immagini apocalittiche...ma ne parlerò più avanti in un post dedicato, poiché è un quadro che ha bisogno del suo tempo e del suo spazio per essere dipinto a parole.

Il cerchio si chiude?
Forse mi sono già risposta da sola. Adesso non posso più sprecare tempo, né per timidezza, né per rancori.

Il rancore è per chi ha la vita eterna. Meglio impiegare tempo a fare progetti, ad andare avanti facendo tesoro di ciò che si è imparato senza fermarsi, camminando nel presente.
Bisogna vivere.

Comincia la svolta. Non si torna indietro ed è inutile guardarsi alle spalle...quello che di buono e di utile c'era è stato messo in valigia e con essa attraverso il presente verso un futuro che non vedo, ma continuo a camminare. Se mi perderò, continuerò ad andare avanti finché non troverò qualche indicazione.

Care ombre,fantasmi,pensieri sparsi della giornata come post-it confusi, vi saluto e vado a dormire. Si spera che domani sia davvero un altro, nuovo giorno.





martedì 17 luglio 2012

Electrical Storm - Tempesta elettrica







Soundtrack : Electrical Storm - U2

Fulmini, lampi abbaglianti che illuminano prepotentemente a giorno la notte.
Così brevi, così sfuggenti. Una psichedelica tempesta di emozioni.

Affascinante, ipnotica.

Ho già vissuto una tempesta elettrica anni fa. Ricordo la danza rabbiosa delle ombre in camera che si agitavano bombardate da scatti accecanti.
Quasi veniva il timore di sporgersi al di là della porta per osservare cosa accadeva oltre la finestra.
Quei lampi nascevano a pochi passi da me.
Ero letteralmente incantata..

Come le luci di un cinema all'aperto, in cui il film procede a un ritmo più denso, più veloce.
Da un totale buio e sfondi chiari.

Qualche giorno fa vedevo lampi sparsi illuminare le venature del cielo notturno.
Un'altra tempesta che ero pronta ad affrontare, solcando gli oceani di sfumature e di meraviglie sublimi, preziosi tesori per gli occhi.

Pronta per lo spettacolo da vedere, in campagna, schermo immenso di tutti gli spettacoli naturali più belli e selvaggi, stavo per svoltare inebriata e deliziata da ciò che il mio palato visivo stava pregustando.
Non posso seguirti questa volta, ma ci rivedremo presto.


Sono io stessa il luogo aperto e selvaggio in cui vedo apparire tutti gli abbaglianti sonori colori.


Dentro di me miriadi di sensazioni psichedeliche, rabbia, delusione, dolore, gioia, compassione, entusiasmo, che passano in rassegna in un lampo.

Ci rivedremo presto.
See you soon electrical storm.





lunedì 16 luglio 2012

La cicala e la formica - una 'non favola' moderna

Tra un morso e l'altro alla succulenta piadina servitaci in un pub dall'ingresso a tema motociclistico che a molti sembrerebbe rude, per scoprire una cortesia e gentilezza fuori dal comune, io e Jessica riflettiamo e scherziamo un po' sugli strani casi della vita. Le faccio leggere la mia riflessione sul piccolo phone che le prestai, che ridendo e scherzando ha girato mezza bassa e fantastichiamo in modo scherzoso sui suoi prossimi possibili viaggi.
Dopo un altro morso e un sorso di Coca Cola tornando un pò più seria, ma con allegra positività continuò "...Speriamo che, quando tutto sarà finito, questo phone ce lo porteremo in vacanza e si godrà un po' di allegria, caspita! Mica si può sempre star male, no???!!"

Morso dopo morso, voracemente finiamo la nostra piadina farcita. Parliamo del più e del meno, di cosa sta cambiando fuori e dentro di noi.
Racconto un po' di me, della mia voglia di andare avanti e reagire organizzando iniziative a cui vedo sempre più gente partecipare con entusiasmo, la voglia di concretizzare qualcosa e di dare sempre più risalto alla mia musica dentro, che dopo tutti questi anni ora ruggisce più che mai, di come queste novità propulsive mi danno la benzina per muovere la macchina della mia vita attraverso le macerie che vedo tutti i giorni.

Lei mi racconta di come se la sta passando, quando a un certo punto dice:
"Sai la favola della cicala e della formica? Ecco, io sono stata troppo formica, sempre frenata a pensare al domani, a mettere da parte e basta e adesso che è arrivato "l'inverno", è arrivato per tutti.
La cicala almeno si è divertita, si è goduta la vita!
Anche in un momento come questo, la cicala può dire di aver vissuto. Invece la formica?
Ha sempre e solo risparmiato. Per cosa poi?!
Alla fine ci troviamo lo stesso tutti sulla stessa barca...dobbiamo cominciare a pensare giorno per giorno come se non avessimo un domani!Ho capito che devo godermi un po' di più la vita e pensare un po' di più a coccolarmi.

"Sai Jessy hai ragione"- le rispondo io- "..però ti dirò....io invece, prima di questo momento, son stata molto cicala....mi sono goduta la vita è vero, però forse ho anche un pò esagerato...Adesso rifletto sul fatto che avrei dovuto pensare a mettermi qualcosina in più da parte...ma non rinnego nulla. Mi sono divertita, mi sono tolta degli sfizi sopiti da anni.
Ho sempre avuto di mio il "carpe diem", dato il mio passato di sofferenza, ho avuto una vita in cui nulla era scontato e in cui il giorno i miei punti di riferimento potevano crollare da un momento all'altro e ogni cosa per me era preziosa. Pensa, anche se tutti i giorni facevo la stessa strada, a volte mi fermavo per guardare le sfumature del cielo. Un'altra volta ho colto una rugiada scivolare su una bellissima rosa. Le mie orecchie e i miei occhi pronti a catturare un attimo bellissimo e indelebile di piccola e giocosa felicità. Adesso che purtroppo mi manca tutto, posso dire di esser contenta che almeno mi sono goduta quello che avevo prima intensamente e di essermi tolta qualche sfizio. Se anche mi cadeva qualche tegola avrei potuto quasi dire di "morire contenta" ...se non fosse che devo ancora mettere in atto parecchi progetti!" conclusi sorridendo.

Come la livella di Totò, anche il terremoto e le difficoltà ci hanno messo tutti sullo stesso piano.
Poveri, ricchi, anziani, giovani, cicale, formiche, grilli, leoni, pecore....'l'inverno' è arrivato per tutti....
Una cicala musicista e una formica scienziata si ritrovano a mangiar un boccone insieme confrontandosi e confortandosi...

Se si può, godiamoci la vita senza troppi "se" e senza troppi "ma".
Viviamo finché possiamo e non affanniamoci troppo chiedendoci il perché del destino.
Investiamo ciò che ci rimane, il tempo, la forza  e facciamo ció che sappiamo fare, costruire, organizzare, suonare.... Impariamo dagli animali, pensiamo al presente e cerchiamo di non fasciarci la testa pensando troppo, perché a certe domande non c'è risposta imminente. Andiamo avanti un passo per volta.
Agiamo. Reagiamo!





Il vaso rotto due volte

"...Eccolo...!!" esclamò mia madre prendendo un vaso di ceramica con alcuni pezzi attaccati e altri rotti a terra. Guardai sorpresa lei e il soprammobile a pezzi che aveva in mano "ma....è rotta!"
"Lo so, lo era giá. Si prendono i cocci e glieli attacchiamo di nuovo!"
Vedendo che la fissavo non capendo il perchè di tanta attenzione a un'oggetto ridotto così male disse" Vedi Elisa questo è il simbolo del terremoto dell'Irpinia. Si ruppe 32 anni fa e lo riparammo, si è rotto adesso e lo riattacchiamo ancora. Poi basta, eh!!!"

Eh si, quel vaso, insieme al servizio di tazzine da caffè e per gli alcolici che stava in un pesante mobile di mia nonna caduto a faccia in giù per le scosse, ne aveva da raccontare. Nonostante tutto, stanco, ammaccato, se ne sta ancora li, come un vecchio capitano pieno di acciaccature che non lascia mai il suo posto.
Quel servizio di tazzine a mia madre ricorda la sua infanzia ed è forse proprio per questo che è ancora più incarognita a salvarlo, come per strapparlo dal destino che ci vuole togliere tutto.
:" Anche se a pezzi,  lo riattacchiamo e lo teniamo, alla faccia della sfiga!".
Eccolo li, silenzioso e fiero. Seppur malandato, pieno di acciacchi, non bellissimo, non pregiatissimo, raccoglie in sè un'essenza a cui ci abbeveriamo da generazioni, la testardaggine, ma anche la voglia di non farsi sopraffare da ciò che è accaduto...ricostruiremo, ci rimetteremo in piedi...

...e se le cose non potranno tornare come prima, saranno meglio di prima.....

Sarà pure vecchio e in mille pezzi, ma è una questione di principio; il terremoto l'ha rotto di nuovo... e noi lo riattacchiamo!!

giovedì 5 luglio 2012

La staffetta del phon. Ieri dicevi domani.

Il viaggio incredibile di un semplice phon 
Finalmente una doccia!!
Un paio di giorni tra corse, caldo, freddo e sudore.
Paure, tensioni, volti, occhi vuoti e impauriti appiccicati nervosamente alla pelle.
Quando finalmente riuscii a farmi una doccia non mi sembrò vero di potermi sciacquare.
Sperimentai per la volta che pur essendo quasi giugno, c'era freschino la sera e per asciugarmi i capelli necessitavo di un phon, che girava tra S.Felice e Mirandola.
E ora serviva anche a me, nella mia piccola frazioncina di Novi.

"Pronto Je. Purtroppo devo richiederti indietro il phon...."
"Tranquilla, qui ora ci sono. Hai bisogno di qualcosa?"
Istintivamente ci venne un po' da ridere.Entrambe senza casa, lei dal 20 e io dal 29, con questo phon a fare da staffetta di due momenti. Due scosse. Due posti. Due vite.

Chi l'avrebbe mai immaginato mentre compravo quel piccolo phon da viaggio per lei, il 21 maggio, che l'avrei usato io alla fine!

Ancora ignara di tutto ciò che sarebbe successo, ma con una strana sensazione di countdown verso qualcos'altro che doveva succedere, lo portai alla mia amica insieme a quaderni penne e matite.
Mi disse :"È un'esperienza incredibile, che non vivremo mai più. Ho bisogno di scrivere per ricordarmi di questi giorni.".
Mi colpì questo suo desiderio. Divenne anche il mio.

Qualche giorno dopo, aggiunse :" ...Sai Elisa, noto che pagina dopo pagina, cominciano a diventare tante. Sto realizzando che stanno passando i giorni e che dovrò ancora star qui per tanto tempo!
All'inizio la tua mente pensa che è tutto temporaneo e veloce... Si fa fatica ad accettare che non è così...." e mentre cercavo di rincuorarla spronandola a pensare che magari prima dell'inverno avrebbero cominciato a metterle apposto la casa, mi guardavo intorno e mi rendevo conto che tanta gente aveva case distrutte e che purtroppo aveva ragione.

Ogni giorno si aggiungeva una nuova struttura e un nuovo gruppo di volontari.
La palestra non riusciva a contenere più tutti.

Poi arrivò la scossa del 29 Maggio e da quel momento anche io non avevo una casa e mi tornavano in mente le immagini viste i giorni prima. Mentre la terra bolliva e ci si accampava come si poteva, cercavo di realizzare la situazione, e una doccia. Eh si, quel phon ora serviva a me!
Mentre lo toglievo dalla scatola dell'imballaggio, sorridevo alla strana sorte di cui quell'oggetto era testimone.

L'avevo comprato per me e non lo sapevo!!!


Come in un film di cui hai visto un'anteprima, rivedi le stesse scene.
Dopo essere tornata alla vita grazie a una desiderata doccia,  passavo tra i gazebi che giorno dopo giorno diventavano sempre di più e sempre più organizzati e le pagine aumentavano.
Le parole della mia amica ritornavano, anche io mi stavo sempre più rendendo conto che non sarebbe stata una cosa veloce, ma non volevo crederci.
Ripetevo a me e agli altri che non era grave, che era questione di giorni e saremmo rientrati, mi drogavo di queste parole, purtroppo vuote. Le cose sarebbero andate diversamente.

Ricordo quegli sguardi indescrivibili che ci scambiavamo senza parole. Profondi.

I giorni passano, i minuti passano, i secondi passano. E mentre ci pensi sono già ieri.
[Alidi sul suo blog]

Purtroppo non si tornerà mai come prima. Ma si può ricominciare, meglio di prima.

Ci proverò, sempre.

Pioggia

Pensieri scendono lievi poi sempre più forti.
Un profumo di erba umidiccia rinfresca le memorie e l'anima sospira.
Il cuore, leggero, bambino, corre saltando sulle pozzanghere,
giocando a rincorrere un bagliore lontano timidamente nascosto.

Brividi di freddo che sussurrano al cuore abbracci
in avvolgenti tiepide reminiscenze.
Sorridendo, sonnacchiosi in un pallida luce.
Luce e oscurità si cercano
In uno spazio che sembra quasi al di là del tempo.

Attendo
Dissetandomi di gocce di memoria
Che brillano tra le mie mani.

Gemme preziose che illuminano il mio presente, mentre cammino verso il futuro.
Che adornano il mio essere.

Tesori del tempo che porto con me.
Sono me.



Misty Mood - Leonid Afremov

Leonid Afremov

La notte una lavagna per scrivere pensieri

La notte è una grande lavagna per scrivere i pensieri.
Le parole diventano piccoli punti luminosi
e anche quelle più tristi
sembrano essere così splendenti da diventare poesie..
Anche il dolore é nobile.
È il colore più puro 
in cui l'estro intinge le sue variegate setole.

mio quadro con maschere e luna

mercoledì 4 luglio 2012

L'ulivo e la vite

C'è una pianta di ulivo vicino la mia tenda.
Una volta era nella veranda di casa mia... mia madre l'ha presa e portata con noi, come per tener vicino a noi la nostra casetta...

...l'altro giorno sono entrata e ci ho spazzato un po'..come per liberarla dai frantumi di questa tristezza...
...spazzavo dolcemente, come accarezzandola...
Le ho persino parlato.....dovevo farmi perdonare quando, anni fa, gliene dissi di tutti i colori....

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Fine 2004, inizio 2005 io e mia madre venimmo ad abitare qui, avevo 18/19 anni.
Non ero per nulla contenta di questo; era l'ennesimo cambiamento della mia vita.
Casa dopo casa, situazione dopo situazione, avevo fatto i miei salti mortali per trovare un equilibrio e dei punti di riferimento. Non che fossi attaccata al paese dove vivevo, anzi al contrario, ma non avevo voglia di riadattarmi a una nuova situazione che forse sarebbe stata peggiore di quelle precedenti.
Questa nuova casa era in una piccola frazione, in una campagna che vedevo semi-desolata, 2/3 negozi,pochi mezzi di trasporto per una ragazza che non aveva ancora la sua auto. Era un inferno per me...
Litigai amaramente con mia madre per questa scelta.
Ebbi parole molto aspre per lei e per la casa.
Ero stata parecchio sballottata gli anni prima, per diversi motivi.
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Non avrei mai creduto di amare così tanto questo posto e questa casa, che chiamo finalmente "mia".
Mi sono perdonata e credo che mi abbia perdonato anche lei. Le ho detto di resistere, che ce la dobbiamo fare a uscire interi da questa situazione. L'ho abbracciata col cuore...
Molti mi dicono che se anche cadrà, me ne ricostruiranno un'altra, ma io voglio questa..
Forse lo si comprende quando si sta perdendo tutto...ma la casa non solo solo mattoni impilati....
Nella casa ci sono sacrifici e sudore....ci sono momenti brutti e momenti belli..Il contenitore della tua vita e delle tue emozioni, che ti avvolge e ti protegge...
Ci sono tutte le tue cose...anche se giri mezzo mondo, la sera stanca ritrovavo il mio li....
Quelle mura spesse che isolano dal calore estivo e danno una naturale freschezza, meglio di un condizionatore....
..non dovrei, ma a volte furtivamente torno per godermi un po' del suo fresco respiro...penso che se anche tutto mi cadesse addosso, morirei al fresco e contenta....poi mi riprendo e mi obbligo a uscire...

...Sta li, ferita e tumefatta ma imponente e ancora in piedi, sembra salutarmi e minimizzare, come per dire che se anche si è fatta male, sopravviverà perché robusta, è forte...io impotente non posso che sperare che sarà così....



Guardo il mio alberino di ulivo vicino la tenda...
Ulivo, simbolo di pace...
Ho capito che perdonare non significa subire, ma capire...
Ho fatto pace col mio passato....
Ho fatto pace con la vita....
Ho fatto pace con la mia casa....e spero di poterci vivere ancora.... prima o poi...

2 agosto 2012

Avevo anche una vite che avvolgeva l'intera facciata della casa, ogni autunno ci regalava tantissima buona uva e un fresco refrigerio. Purtroppo, un po'perchè abbiamo rimosso diversi rami per valutare le crepe, un po' perchè non siamo riuscite ad innafiarla con costanza, si è quasi tutta rinsecchita, con grandissimo dispiacere.
Da qualche settimana mia madre ha ripreso ad innaffiarla e...tac! È spuntato un nuovo germoglio, un nuovo principio di vita!
Vedendo questo, mi ha detto sorpresa :"Pazzesco come le piante ricrescono! Basta un goccio d'acqua e son giá pronte a ricominciare...
La vita insiste per farsi strada, anche in mezzo alla distruzione!"


...poi son passata al campo e l'ho trovato li il mio ulivo, ancora più bello e rigoglioso di prima, ha fatto persino le olive!!! Che bello! Non solo si è ambientato, ma sta persino meglio...ha trovato una buon' aria e terreno! Spero di trovare anch'io campo fertile per le mie idee e che tutto ciò dia i suoi frutti, come li ha dati il mio ulivo...

20 agosto

Tre mesi, triste anniversario di una triste ricorrenza.
Ho trovato varie bacinelle e scodelle di uva tornando a casa...
La vite ci ha regalato anche quest'anno i suoi dolci e succosi frutti...
...e la vita anch'essa ci sta dando nuove occasioni, nuove amicizie, nuovi stimoli.
La nuova casa è ampia e spaziosa, un bel giardino, una bella veduta, la padrona di casa, che peraltro non vuole farsi chiamare così perchè dice che noi siamo padroni solo di noi stessi, è una donna speciale e le voglio un gran bene e con tutto quello che ha passato e il suo modo di ragionare, mi sta dando forza, anche quando a volte mi prende lo sconforto.

Anche questa vita dará i suoi frutti....

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10 dic

....ghiaccio, neve...fuori e dentro di me.
La vite ha dato i suoi ultimi frutti a ottobre dopodiché rinsecchita ha cominciato a staccarsi dal muro e cadere...riversa a terra come cadavere.
Anche il fiore sulla porta è rinsecchito e l'ordinanza appare davvero come un epitaffio, una triste effige della situazione.
Beh, immagino che mi sto lamentando troppo...ma nella quotidianità non ne parlo di perché odio sentire piagnucolare, anche se si tratta di me..ma i pensieri è inevitabile che vanno per fatti loro e siccome lo scrivere mi è di sfogo,le riporto qui...
in un luogo senza spazio, senza odore, senza materia, quasi senza tempo in cui le parole sono silenziose come i miei pensieri...







Lo scarabeo

Quasi distrattamente ho notato un insettone nero che camminava veloce nel campo. Guardando meglio, era uno scarabeo. Un animale piccolino, che assomiglia a uno scarafaggio, odiato, temuto, sacro per gli egizi che avevano già capito il suo grande potere.

Se ci riesce lui, anche noi riusciremo a trarre del buono da una situazione di merda!
Sembra inutile, fragile, insignificante. Eppure lui riesce a tramutare lo sterco, lo scarto biologico, in tiepido giaciglio per le sue uova, in vita.
Un potere incredibile. Facile creare bellezza dalla ricchezza. Facile creare quando si hanno strumenti e materiale. Più difficile fare qualcosa di bello in una situazione difficile, rinascere e trasformare il negativo in positivo.
Ora gironzola qui.
Come dire....ci può essere qualcosa di buono anche in una situazione di merda!

martedì 3 luglio 2012

Niente più sogni



Niente più sogni.
Ieri pareva un timido inizio, pochi flash nel dormiveglia.
La macchina non parte,
Morfeo con le sue braccia mi respinge
nel limbo.
Il cinema della mia anima non proietta più film,
Il buio è oscurità senza immagini luminose.
Non si vedono più nè speranze nè paure,
gli incubi che come pellicole apocalittiche animavano il mio interiore,
muovevano spettri, smuovevano demoni.
Cos'è un sognatore senza sogni?
Un artista senza arte.
Un cieco pittore monco.
Un musicista sordo, un cantante muto.
Un artista legato, ferito, soffocato, mutilato, deturpato.

 Un albero senza linfa.

Dove sono i miei sogni?
Dove li ho messi?
Li ho traslocati nella mia incrollabile veglia.
Accendendo la luce li intravedo
tra mobili, pacchi e valigie.
Li vedo, insieme a  cadaveri di persone, idee e progetti.
Non sogno più.
Agisco.
In attesa di ritrovare, un giorno, la mia valigia in un morbido e leggero giaciglio,
addormentandomi con essa, cavalcando le nuvole sorridendo,
sognando dolcemente.
Di nuovo.

mio quadro