giovedì 5 dicembre 2013

Can't find my way home - non trovando la strada di casa




Ero seduta su quella panchina da troppe ore. Oramai le sue cellule pietrose conoscevano bene la mia storia, i miei pensieri, quell'aria aveva ascoltato i miei sospiri, i miei affanni. Il primo sole, tenero ma abbagliante mi ricordava che stava passando il tempo e mi spronava ad andare...
Andare...
Andare dove???
Mi stavo rimettendo in marcia, su sentieri sdrucciolevoli annebbiati dalla polvere, con pochi soldi in tasca e ancor meno speranze. Neanche il tempo di far la valigia.
E pensare che l'idea giorni prima mi aveva anche sfiorato...ma era solo una sensazione, un'ansia che sembrava infondata.
Ci avevo messo tanto tempo per rimettermi in piedi e crearmi dei punti stabili,
Ma non c'é nessun principio che ti evita la sofferenza dopo che l'hai conosciuta, combattuta strenuamente. Non ci sono sconti. 
Per l'ennesima volta nella mia vita dovevo ricominciare tutto daccapo.
Dovevamo ricominciare tutto daccapo.
Dovevo capire che fare. Come. E sopratutto dove.

Dov'é la mia strada di casa...? Dov'é 'casa' mia?


















Non conoscevo nemmeno ciò che mi circondava, un paesino, campagna e niente più, mi sembrava.
Una voce mi chiama.
"Ma tu da dove salti fuori???"
Mi volto. Una donna che non conosco mi guarda con aria sorpresa  curiosa. 
"Abito...abitavo...stavo.. qui...."
" Anch'io! A pochi passi! Pazzesco non ti ho mai vista da ste parti! Da molto..?"
"Si, da diversi anni....viaggio molto, sempre in giro...difficile vedermi...."
"Beh allora buona occasione per conoscersi....buona, insomma...anche se la situazione non lo é, almeno siamo qui, uniti, non credi?"
Annuì, cambiando lievemente la mia espressione amara in un accenno di sorriso.
Mi disse che era inutile che stare soli e di seguirla al campo.
Stavamo in cerchio davanti al fuoco per scaldarci da quelle sere di inizio giugno che non sapevo potessero essere così fredde e umide all'aperto.
Quella sera i lampioni non funzionavano. Le case vuote, spente, in qualcuna la luce accesa per fretta.
Chi era scappato. Chi era rimasto. Chi cercava riparo. Chi vagava.
La luce del grande fuoco ipnotizzava tutti noi e nel silenzio sembravamo contemplarla nel vuoto delle nostre paure, dei nostri bilanci. 
Qualche bisbiglio e di nuovo silenzio compassato. Solo il crepitio del fuoco sembrava voler dire qualcosa.

Tante Persone diverse tra loro, molte delle quali non si erano mai incontrate. Altre che si conoscevano a malapena ora si parlavano, si abbracciavano, piangevano e ridevano insieme.
Forse quello era uno di quei rari momenti in cui l'umanità mi sorprendeva mostrandomi un lato che non conoscevo e che forse non avrei più rivisto.
Ha ragione mia madre, il dolore unisce le persone.
Nelle fiamme mi ritrovo a  pensare che non devo pensare.
Non devo pensare che non so cosa mi aspetta. Che sarà tutto difficile, a cominciare dalle piccole cose...che dovrò tenere a galla le persone a cui voglio bene, perché  basta poco per affondare tutti insieme...si cammina in equilibrio precario sui nervi sottili...
Prima o poi le cose miglioreranno, prima o poi finirà questa guerra...E se le cose non saranno come prima, saranno meglio di prima.
Non so neanch'io se credere io stessa alle parole che pronuncio...ma devo.Queste parole sono una palestra di energie che mi tiene a galla.
Non devo pensare, solo agire. Poi un giorno, quando tutto sarà finito, mi fermerò chiedendomi "Come sto?" E forse riuscirò anche a piangere e a tornare a sognare.
Mi mancano persino gli incubi che movimentavano di luci e ombre le mie notti...

"..Non è tutto finito....è appena iniziato..." 

La nostra vita ha fatto un balzo in avanti e noi ce la siamo ritrovata così, di faccia, senza avviso, senza preparazione,
con screzi sopiti, problemi irrisolti che sono esplosi insieme al crollo delle nostre certezze.
Forse c'è un senso nascosto da qualche parte, forse semplicemente le cose accadono, la terra si muove e smuove.
E noi con lei.

Bisogna camminare, bisogna cercare.
A volte, camminando camminando, passo dopo passo, altri passi si uniscono alla tua strada e ci si sente più forti.
Tanta energia e tanto entusiasmo che a volte, senza accorgersene, si corre persino.

Alla fine, la mia 'Home' dov'è?

Son convinta sia nel sorriso strappato a un'amica che piange disperata perché come te ha perso tanto. Quel sorriso strappato guardandola negli occhi, sapendo intensamente cosa si prova perché é la stessa barca che affondava su cui c'ero anch'io.
Nel convincere e convincersi che domani sarà un giorno migliore lavorando sodo e dando un senso anche quando tutto ne sembra privo, capire le idee, i desideri mettono in moto l'esistenza, nostra e di chi sta attorno.
Nello scoprire che ciò che ti era intorno era già tuo. Era già 'Casa'.
Quel luogo in cui torni dopo aver girato il mondo e che sarà li ad aspettarti, pronto ad ascoltarti affettuoso....
Chissà, forse l'ho trovato quando pensavo di aver perso tutto...
E ho trovato tanto altro...





















Riflessioni post terremoto emilia 29 maggio 2012

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