mercoledì 16 aprile 2014

Dentro i miei vuoti: (Storia di un) Punto e virgola



Sono sempre stata disordinata, fin da bambina. Anche nella scrittura.
Mi sembrava così sterile scrivere e basta. Disegnavo, ai lati, ovunque mi portasse il mio originale gusto.
Piccoli abbellimenti erano la casa di piccoli omini che prendevano vita tra una riga e l'altra.
La mia maestra di italiano non mi puniva, anzi ne sembrava quasi compiaciuta dal sorriso che rivolgeva al foglio. Era l'unica che comprendeva il mondo che avevo dentro e lo apprezzava.
In più sapeva che prima o poi avrei smesso da sola, senza che nessuno mi censurasse.
Ci avrebbe pensato la vita. 
Ma in quel sorriso celava la consapevolezza che sarei rimasta sempre un po'originale, creativa. 
Che sarei stata me stessa, a mio modo. Coi miei modi.
Sopratutto quelli strani.

I miei lavoravano e stavo molto tempo coi miei nonni.
Mio nonno mi raccontava tante storie, iliade, odissea, l'inferno di Dante.
Con la nonna leggevo i libri mentre lavorava a maglia.
Mi aiutava a fare i compiti.

Ricordo l'odore di quei quaderni....non saprei come descriverlo, sapeva di infanzia, scuola, innocenza, purezza. Riluceva di candore mentre le mani piccole e lavoratrici di mia nonna lo piegavano per scriverci sopra. Aveva un modo di scrivere con la matita che mi affascinava, sembrava farla danzare in modo elegante e ordinato.
Piaceva danzare anche a me e adoravo quelle piste da ballo, sopratutto a quadretti.
Quadretti piccoli, medi e grandi. Quelli a righe mi davano tristezza.
Non sentivo il fremito dell'infrangere una barriera, uno spazio definito, delineato.
Righe. Troppa libertà.
Quadretti. Il reticolo su cui ricamare i miei germogli letterari.

Anche a mio nonno piacevano gli articoli di cancelleria. Penne, matite, gomme e quaderni.
Non gli ho mai chiesto perché e non mi é mai venuto in mente di chiederglielo.
Però adoravo anche io i quaderni, a quadretti, quelli medi che sono una buona via di mezzo per coltivare lettere, bianchi.
Forse era il desiderio di rinascere. Di cancellare gli errori nel modo elegante di mia nonna e riscrivere la mia storia. Migliorandola. Ma sopratutto, ricominciandola.

Ricominciando.

Ancora non avevo un passato alle spalle e già volevo ricominciare. 
Concedermi il lusso di scarabbocchiare distratramente prima con l'idea salvatrice che poi avrei rifatto tutto bene....ma il tempo non sta mai ai nostri voleri. Fugge.
Fugge , sfugge ai nostri occhi, dalle nostre pagine. Senza salutare...


----------------- forse continua....o forse no; 

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