Photo&graphic by Kirayel |
Conclude con ”ultima occasione!” e una emoticons sorridente che infiocchetta il tutto con una certa sicurezza di sé.
Sorrido. Penso che é diventato un po' più bastardo. Certo, ha imparato dalla migliore! (Da me!)
L'appuntamento é in una biblioteca in cui posso accedere perché molto spesso vado a dare una mano, o tengo delle lezioni collettive coi ragazzi. Nel primo pomeriggio non c'é mai nessuno, si riapre verso le 16. E sono le 14 e qualcosa.
Nella mail siamo stati entrambi chiari. Perentori. Un caffè. Solo un caffè, 10 minuti.
Massimo venti minuti.
Solo un tranquillo caffè, per far due chiacchiere. Chiacchiere in tranquillità.
Perfetto. Benissimo, io devo andare a consegnare degli editoriali e la sera abbiamo una riunione importante.
Perfetto. Tutto si incastra perfettamente.
Tutto calcolato.
Tutto sotto controllo. Il mio controllo.
Bussa. Gli apro. Comincio a sentirmi lievemente indolenzite le braccia.
Non ci faccio caso.
Entra. Lo saluto talmente al volo che non ricordo come, di certo distante.
Le braccia quasi mi sembrano formicolare.
Non so che fare e butto subito un ” Ti faccio il caffè!” E volo verso la salvezza, la macchinetta.
Mentre lo preparo e glielo porto, mi fa delle domande, precise, dirette.
Il perché della mia freddezza. Dei miei toni che interpreta come rabbiosi e cosa ha fatto per meritarseli. Gli spiego che preferisco che le cose e gli appuntamenti siano più leggeri, mettendosi d'accordo all'ultimo, evitando attese e illusioni inutili. Aggiungo che non mi competono i dettagli, non sono affari miei e non voglio saperli. Voglio netti Si o No.
È seduto di fronte a me, si avvicina incastrando leggermente le gambe con le mie. Rispetto a lui non sono frontale, ma un po' di lato. Sono frontale al tavolo che dopo la macchinetta é diventata la mia salvezza.
Prendo il mio libro. Sa già a chi è ispirato. Porto la sua attenzione sulle ultime pagine, quelle che lui non aveva potuto leggere perché le avevo strappate.
Legge.
Io l'ho voluto vedere apposta per fargliele leggere davanti a me, per guardarlo bene, vedere la sorpresa, commozione, qualsiasi emozione da sondare.
Non é possibile....tutto sto casino e non riesco a guardarlo!
Tengo la testa bassa. Bevo compulsivamente caffè, a microsorsi, per non finire un'altra scusa per fare un movimento. Non riesco a stare ferma e quello di toccarmi i capelli l'ho giá finito.
Cazzo, le mie mani tremano!!!
Respiro ampiamente e dissimulo una pacata sicurezza. Finito il caffè mi ritocco i capelli.
Esaurito caffè e capelli, mi massaggio nervosamente le mani.
Cazzo, le mie mani tremano!!!
Respiro ampiamente e dissimulo una pacata sicurezza. Finito il caffè mi ritocco i capelli.
Esaurito caffè e capelli, mi massaggio nervosamente le mani.
Sono indecisa se lanciarmi e sfiorargli il ginocchio rivolto a me, io sono un po' piú rivolta a lui.
Lui se ne accorge. Prende la mia mano, la stringe e la porta verso il suo petto mentre finisce di leggere.
”Bello, davvero bello....sono senza parole....”
Lui se ne accorge. Prende la mia mano, la stringe e la porta verso il suo petto mentre finisce di leggere.
”Bello, davvero bello....sono senza parole....”
Prendo coraggio nel guardarlo e sorridiamo insieme.
Freccia diretta ” Avevi calcolato tutto eh? Avevi già calcolato la fine del gioco..”
Gli vorrei dire: ”Già...”
Gli dico ” Come puoi dirlo..?”
Mi dice ” Non prendermi in giro. Ciò che scrivi, ciò che mi hai detto, che mi hai scritto...sono solo un gioco, vero...?”
Gli vorrei dire :”Giá...il problema è che temo di scoprire che non lo sei piú. Non riuscirei ad ammetterlo a me stessa”
Freccia diretta ” Avevi calcolato tutto eh? Avevi già calcolato la fine del gioco..”
Gli vorrei dire: ”Già...”
Gli dico ” Come puoi dirlo..?”
Mi dice ” Non prendermi in giro. Ciò che scrivi, ciò che mi hai detto, che mi hai scritto...sono solo un gioco, vero...?”
Gli vorrei dire :”Giá...il problema è che temo di scoprire che non lo sei piú. Non riuscirei ad ammetterlo a me stessa”
Gli dico ” Queste erano le regole...”
Mi dice ” Lo so, non ci posso far niente se c'é qualcosa di piú. Sei stregata, non riesco a non pensarti...non riesco a resisterti...” E si buttò sul collo. Con le mani mi esplorava voracemente, di gusto, assaggiandomi con le dita.
Come cazzo fa a sapermi prendere? A sfondare le mie difese, a farsi desiderare così tanto?
Il mio controllo é andato a farsi fottere. E con lui anche...
Con un filo di voce io ”Abbiamo parlato troppo. Basta parlare...” E gli chiudo definitivamente le labbra baciandole.
Il mio controllo è andato farsi fottere sempre di piú. E con lui anche...
Improvvisamente sentií dei passi avvicinarsi alla porta.
Lo spinsi dietro una libreria e mi ricomposi. Andai a sedermi dietro il tavolo. Giri di chiave e una bionda riccioluta entró nella sala. Mi girai composta per salutare. ” Ciao Claudia!” una delle responsabili comunali della biblioteca che conoscevo piuttosto bene.
”Ciao Kennie! Oggi fai qualcosa?”
”Si, dopo aver consegnato l'editoriale in sede ho una lettura collettiva coi piccoli. Mi stavo un po'documentando....te invece?”
Nel mentre mi informavo se era di passaggio, davo un'occhio che lui non uscisse da dietro la libreria.
”Ho dimenticato in giro la custodia del mio cellulare, visto che ero qui vicino, passavo a controllare. L'hai vista?”
Con fare calmo, controllando l'agitazione e la paura di essere beccata, mi sono guardata intorno. Per fortuna era sul tavolo, appoggiato e un po' camuffato tra diversi astucci.
”Eccolo é qui! Si era nascosto!” Dissi ridendo e lei ”L'hai scovato! Alla grande!”
Prese anche una bottiglietta d'acqua dal minibar alle spalle mie e del tavolo e dopo avermi salutata se ne andó.
Chiusi bene la porta e lasciai la chiave nella toppa, così almeno se qualcuno avesse voluto entrare avrei avuto il tempo.
Si erano giá fatte quasi le 15,30. La sala apriva alle 16,30, io avevo un impegno dall'altra parte della cittá a quell'ora.
Chiusi la porta a chiave, andai dietro la libreria e lo baciai sbattendolo al muro.
Lasció fare. Dopodiché mi prese, mi trascinò qualche metro verso quel tavolo, un gesto rapido e forte, quanto la voglia di avermi, liberó da libri e astucci il legno, riuscendo allo stesso tempo a non far cadere il portatile e un paio di occhiali, forse di uno dei responsabili.
Liberò lo spazio necessario per possedermi, li, subito, davanti, poi dietro, non risparmiando forze, facendosi sentire nettamente, prepotentemente in me.
Il mio controllo é andato a farsi fottere. E con lui....anche...
Come fa a prendermi così. Come fa a sapermi prendere, in tutti i modi
In tutte le posizioni
”Cazzo sono le 16 passate!! Sono in ritardissimo!!”
”Non é un problema mio...” - di solito lo dicevo io a lui, mi fa il verso, mi fa incazzare, mi provoca, punzecchia, mi punzecchia e sa come farlo, mi punzecchia, sa dove colpire, sa trafiggermi nelle mie debolezze, la prima piú grande è proprio Lui, che mi punzecchia e sa trafiggermi fino in fondo, si, in fondo, sa farsi sentire, sa farmi eccitarmi di piú.
Lo vorrei picchiare, strozzare, graffiare, mangiare, mordere.....
Lo assaggio tutto e non mi sazia mai, é un delirio dei sensi.
”Perché....perché mi fai quest'effetto...cosa devo fare con te...Cosa?”
Dissi io con un filo di voce vibrante di piacere.
”Niente...lasciati andare,..Non fare niente...”
Intravedo dal mega orologio a muro della sala che sono le 16 passate.
Fra po'aprono e sono nel pieno del delirio.
Mi riprendo istantaneamente nel momento in cui mi pare di sentire dei passi.
Ci rivestiamo in fretta e furia e ci lasciamo col desiderio in sospeso.
”...Cosí avrai voglia di finire il discorso quanto tornerai...” Con un sorriso soddisfatto.
L'allievo ha superato la maestra. L'hai vinta tu questa partita!
Gli appuntamenti della giornata sono un delirio, un rincorrersi di ritardi su ritardi, senza afferrarli e fermarli.
In un solo giorno ho incasinato mé stessa, il posto di lavoro, gli impegni...bel colpo Kennie!
Gran colpo Kennie!
Il mio controllo é andato a farsi fottere. E con lui....anche...
Sono finalmente sopravvissuta alla riunione, é davvero tardi.
Sono finalmente sopravvissuta alla riunione, é davvero tardi.
Il mio amico di sempre Andrea mi manda un secondo messaggio per dirmi che lui e gli altri erano ancora al pub se volevo raggiungerli, ma ero troppo a polpette. ”Facciamo per la prossima! Tieniti pronto per una superbevuta di birra!” Risponde subito con smile al seguito ”Agli ordini ;)”
Tornai a casa, una mail mi attendeva.
Mi stava pensando, voleva gli inviassi la stesura completa del libro, una copia in anteprima solo per lui, per porterla leggere e sentirmi ancora li con lui, vogliosa, desiderosa della sua voce, dei suoi sguardi, delle sue mani, del suo corpo..
Non gli ho risposto. Non so se lo farò.
É strano. C'é forse anche una sottile voglia di contenersi, di nascondere il desiderio di stare ancora insieme all'altro. Chi non risponde é come se si mettesse su un gradino superiore di controllo e potenza, quasi una sfida verso sè stesso e l'altro; anche questo è un gioco.
Un gioco che a turno giochiamo entrambi e che puntualmente perdiamo entrambi.
Il nostro controllo sta andando a farsi fottere. E con lui....anche...
Sará paradossale ma ho talmente tante sensazioni che non ho parole per spiegarle, sono indescrivibili.
Penso sia meglio così, domani parto, credo anche lui a breve, lontani ci riempiremmo di parole, scuse, illusioni, rovinando tutto.
Le parole a volte sono schiave di ipocrisie, di doveri, di mezze veritá, di maschere e scudi che dobbiamo indossare. Che dobbiamo spalmarci addosso, e ci entrano talmente dentro da non distinguere piú il confine.
Dal vivo peró no, non è possibile, é palpabile il desiderio, la voglia, la fame, la sete di noi, di stare insieme, di possederci.
Uno di fronte all'altro non possiamo mentirci. Gli occhi, le mani, il corpo non mentono. Fremono. Vibrano. Si desiderano. Si avvolgono
Due solitudini si avvolgono
Stai con me
Congelo tutto. Questi istanti preziosi, questo desiderio. La tua faccia da schiaffi da riempire di baci che sorride compiaciuto.
É passata oramai più di una settimana, non gli ho scritto.
Creederà di non essere nei miei pensieri. Meglio cosí, stará piú tranquillo.
Gli scriverò quando torno forse. O forse si farà risentire lui.
Lo penserò talmente tanto da percepire l'acqua che berrà come i nostri sudori che si incontrano, ancora.
Strofinerò l'aria sulla pelle per imprimerle il mio profumo e la respirerà, soffocandosi.
E desidererà altra aria, altro profumo, altro sudore. Languirà toccando i tasti come fosse un corpo, come fossero mani. Mi scriverà forse.
Mi desidera ancora? Chissà...
Non è solo. Era nelle condizioni del gioco che ho accettato.
In questo momento quelle mani forse esplorano altre isole.
Il pensiero mi sfiora, ma non é affar mio. Non fanno parte del gioco questi pensieri.
Congelo tutto. Miei pensieri inclusi. Chiudo gli occhi e mi rigodo la scena. Ho fatto bene a rivederti.
Il mio cuore é un po' piú leggero. Ti penso e...
La tua faccia da schiaffi da riempire di baci che sorride compiaciuto.
Sorrido anch'io.
Stesa su una brandina, il vento mi accarezza tutta. Mi stringo e mi contorco un po'. I brividi di piacere scendono e salgono su tutto il corpo. Dai piedi fino alla testa. Dentro la testa.
Per te è stato tutto un gioco?
Sono ancora un gioco?
Non so rispondere. Non voglio chiederlo a mè stessa. Ho paura della risposta.
Basta parole, basta pensieri contorti. Assaporo questa brezza e lascio che entri in me.
Tuffo nel vigoroso mare emozionale
Il mio controllo é andato a farsi fottere. E con lui....anche...
Il gioco si é spezzato.
Forse mi sono fatta un po' prendere.
Ma devo impormi. Non posso lasciarmi bruciare.
Game over
Nessun commento:
Posta un commento