Segni come passaggi.
Paesaggi passionali.
Di bisogni.
Di desolazione.
Di bisogni.
Di desolazione.
Come due estranei che sorvolano
Le tangenziali dell'intimità
Il vuoto mi graffia
Squarcia le mie carni putride
Il sonno lacrima i suoi spasmi
contorcendosi nei suoi cunicoli
mi celo nel buio
gradini che si aprono facendo perdere i miei passi....
Cercano un nuovo cammino nel nulla...
di nuovo una voce che riecheggia nel vuoto,
e si chiede se esiste.
Un urlo,
una mano che disperata si aggrappa alle ombre
Il freddo dentro di me
gelo che mi afferra insinuandosi nelle mie vene
Segni come passaggi.
Strade, tangenziali e autostrade emozionali sul corpo.
Tracciate da denti carnivori, bocche affamate, mani frementi.
Segni come passaggi.
Alcune si dirigono al fegato, allo stomaco, al proprio sesso. Altre al cuore.
Segni come passaggi.
Che diventano ferite. Cicatrici. Ricordi. Indelebili.
Permanenti. Come tatuaggi invisibili di cui beffarda la sofferenza ci ricorda l'esistenza.
Segni come ferite. Della vita.
Segni come indizi. Paesaggi sempre più vividi. I miei incubi diventano più chiari, cominciano a parlarmi, spiegarmi. Forse sono io che finalmente sono pronta ad ascoltarli. Ad affrontarli.
Segni taglienti. Vetri che addentano cuoio umano. Passaggi dal dolore al calore affilato.
Per scavare nei propri vuoti. Cercando qualche goccia di sensazioni.
Dai polsi dove la linfa é più pulsante. Dove forse é rimasta un briciolo di sensibilità.
Il dolore scivolerà meglio. Le squame di cemento solcate, squarciate, sentiranno finalmente qualcosa.
O per immergersi dentro, per annegare dolcemente, non respirando più.
Quella donna nella vasca.
Così familiare ...
Così familiare ...
Squarcia le mie carni putride
Sto annegando nel nulla
sgocciolando plasma incolore
Mi sto addormentando o sto già dormendo?
contorcendosi nei suoi cunicoli
mi celo nel buio
gradini che si aprono facendo perdere i miei passi....
Cercano un nuovo cammino nel nulla...
di nuovo una voce che riecheggia nel vuoto,
e si chiede se esiste.
Un urlo,
una mano che disperata si aggrappa alle ombre
Il freddo dentro di me
gelo che mi afferra insinuandosi nelle mie vene
L'eco della voce
La mano che si aggrappa
Si aggrappa a me
La voce che risuona nelle mie orecchie parole che non riesco a distinguere.
Si fa tutto più forte, la voce, la mano.
Mi sveglio di soprassalto. La gola mi brucia, mi sembra di sbavare acido.
La mano sinistra mantiene il mio petto come per non far uscire il cuore. Come se bastasse.
C'é fresco. Approfitto per farmi una tisana per calmarmi. Elena studia erboristeria e mi ha insegnato un sacco di cose sulle proprietà delle erbe. Sono le 3 di notte. Acqua sul fuoco, preparo l'impacco benefico e poi al momento opportuno rilascio in infusione. Bagno nervosamente l'impacco nell'acqua.
Mi accarezzo il collo e scendo sui seni. Osservo con soddisfazione che il destro ha ancora il segno..il suo segno. Mi é rimasto solo quello ora e vuole rimanere ancora un po' con me e lo accontento coccolandolo un po' sfiorandomi e sorridendo ripensando all'ultimo focoso incontro.
Abbassando il braccio vedo altri segni sulla parte interna. Cicatrici. Ferite varie. Quelle purtroppo non evocano bei ricordi. Sono segni di battaglie. Contro me stessa.
Quella donna nella vasca...
non sono io, o si?
Ha un non so che di conosciuto...
non sono io, o si?
Ha un non so che di conosciuto...
Anche lei segnata.
Mentre ripenso a possibili collegamenti, mi arriva un messaggio sul cellulare. Anonimo.
”Anche se sono lontano e non mi vedi, sappi che ti voglio un gran bene piccola mia”
Non è la prima volta. Sono sette anni che ogni tanto mi arrivano.
Sono sicura, é un segno che mio fratello é vivo e mi pensa, da qualche parte.
Devo trovarlo. Devo capire cosa c'é sotto, ad ogni costo.
Non so da dove partire, ma ho idea che quel Rick mi potrà aiutare.
Se non vorrà,lo obbligherò,gli argomenti di certo non mi mancano.
Ho bisogno di informazioni. Ma spero di non dover tirare troppo la corda.
Ho bisogno di informazioni...A qualunque costo. Anche se ci rimetterò.
Devo sapere.
Kennie si mise a scrivere la mail diretta a Riccardo col suo solito stile asciutto e pragmatico.
”Ti devo parlare” digitò. Le arrivò una fitta allo stomaco che le provocò una gran nausea. Per alcuni minuti rimase chinata dolorante, bevve la tisana che si era quasi raffreddata e finì di scrivere. Spense il pc e tornò verso il letto.
Si sentiva strana, un movimento interiore.
”Questi segni, tutti insieme, lottano dentro di me....spero che adesso però anneghino in questa tazza, devo dormire cazzo!!!!” Pensò.
Si stese sul letto. Spense il lume e la luce della luna si fece spazio nella stanza insieme ad una freschissima brezza che sfiorò tutto il corpo. Si strinse al lenzuolo e si addormentò su un lato con la mano sinistra sul seno destro e la destra sul polso sinistro stringendo con le braccia leggermente il cuscino.
Segni come passaggi.
Come due estranei che sorvolano
Le tangenziali dell'intimità
Fiutando diffidenze e affinità
Resta qui!
Non sono cattiva, ma se mi é richiesto, non esiterò.
Questa storia, questa ricerca mi sta sfibrando, mi sta cambiando.
Starò qui. Le mie dita tracceranno i percorsi dei nostri viaggi, notturni e non.
Sognerò di averti un po' qui con me e anche se tenterai di resistere, so che troverò il tuo pensiero sognante di fianco al mio, avvolto al mio. Ancora.
Respirerò polvere di stelle. Ancora.
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