Certi viaggi cominciano così. Senza un perché. Senza un dove.
Partono da una corsia di emergenza o da un divieto di sosta e si troveranno coinvolti nel buio, nella luce, nell'illusoria rotazione della luna e del sole.
Non ci gira tutto intorno, siamo noi in continuo movimento.
Uno spasmo per fuggire dal vuoto, dalla solitudine, gravitando intorno agli altri, intorno a una causa.
Ora siamo qui.
Forse una collisione di corpi vaganti, che potrebbero perdersi in imprevedibili destinazioni.
Ci siamo colpiti. C'è stato un impatto che ha risuonato tumultuosamente dalle nostre mani, sulla nostra pelle.
Impalcature spartitraffico, fari alonati blu monossido
Due solitudini si attraggono
Tu chi sei?
Tu chi sei?
Quando tutto tace, dorme o attende nuovi passaggi, nuove illuminazioni.
In attesa di qualcosa sconosciuto. Traffico, movimenti interiori.
Pensieri assordanti che sbattono nel silenzio.
Esitazioni
Sento i miei battiti che scandiscono il mio tempo, treni di ricordi e idee.
Il respiro si fa largo impertinente, vaga nello spazio finché accoglie un eco, senza sapere perché e dove risuona, se dentro le proprie stanze, nella testa o sull'asfalto bagnato dalla pioggia.
I passi diventano un sussurro, un sussulto, uno dopo l'altro, giochiamo a rincorrerci nelle emozioni e negli sguardi, nascosti, persi nel buio, che si intrecciano toccandosi in caldi bagliori soffusi.
Due solitudini si avvolgono
Due corpi estranei s'intrecciano
Intenso sogno notturno, stringo nei miei occhi storie nascoste che combattono col desiderio incontenibile di urlare. Suoni intensi, senza parole, note di sensazioni primordiali.
La mia musica.
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