domenica 11 agosto 2013

Dentro i miei vuoti: Regina della Solitudine

Cascate del Doccione, foto mia




Rami
come mani
si distendono per implorare il sole 
Pregando un altro caldo riflesso, 
mentre l'acqua scorre silenziosamente, in tumultuosi e torbidi colori.

Osservo assetata e impaziente sulla riva.
Traccio onde e graffio l'inafferrabile manto umido.
Attendo. Se anche quegli istanti non torneranno da me,
quel sapore non mi lascerà, continuerà a fluire in me,
avvolgendomi di dolce profumo primaverile




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Il mio cuore scalcia.
Punta il tacco e perfora l'anima.



"Chiara Chiaraaaa!!! Su Su!!!!! Svegliaaa!! SVEGLIAAA!!! 
Qualcuno ha dell'acqua? Dai su cercatela, dai daai velociii cazzo!!!!!!"
"Chiamo il 118!"
"Aspetta forse si sta riprendendo...."

Dove sono? Che é successo....? Mi sento pesante...

 La ragazza era a terra e cominciava a muoversi e pronunciare qualcosa. Elena gli mise un braccio sotto la testa e se la avvicinò, Adrian con la coprì la sua giacca, Andrea e Tizio Caio erano corsi al bar più vicino per prendere un po' di zucchero o qualcosa da mangiare.  Lina aveva il cellulare in mano, pronta a telefonare in qualsiasi momento.

Chiara provò a dire qualcosa, ma aveva la bocca ancora intorpidita.

"Tranquilla, adesso rilassati un attimo, intanto bevi, piano...piano..." Le inclinò più la testa e la fece bere da una bottiglietta che aveva rimediato Andrea in macchina.
Chiara si sentì meglio. "Ho fatto un bel sogno sai...." E sorrise ad Elena, che con un velato tono di rimprovero le rispose " Brava....e invece noi abbiamo preso un bello spavento!"
Elena avrebbe voluto dirle e chiederle altro.
Chiara sapeva che Elena era pronta a farle una ramanzina.
Elena sapeva che non era il momento, ma Chiara voleva comunque prevenire e cercò di alzarsi in piedi, ma era ancora troppo debole.
"Stai un po' tranquilla, rilassati, non ti preoccupare...ti aiuto...aspettiamo i ragazzi che ti hanno preso qualcosa per riprenderti, dopo ti aiutiamo ad alzarti e vediamo come va..."


Un'oretta dopo, erano tutti a casa. 
Chiara si era ripresa, dopo acqua e zucchero e un pezzo di tramezzino, si rimise in piedi e sembrava stare meglio di prima.
Nel viaggio di ritorno ci fu un silenzio piuttosto imbarazzante. 
Quello che era successo con Adrian...
Lo svenimento.....e il sicuro approfondimento che avrebbe fatto Elena, che sicuramente aveva a che fare con ciò che le mise in borsa quel giorno. Chiara preferì non parlare.

Una volta a casa, si avviò verso la porta della sua camera, quando si sentì una mano sulla spalla.
"Va bene, ho capito che vuoi evitare le mie domande...lo so quanto sei chiusa su certe cose e ti rispetterò. Voglio solo che tu stia bene. Voglio darti una mano se posso...vado in cucina a farmi una tisana...Se hai voglia...anche solo di una bevanda calda, mi trovi di la..."

Kennie provò senso di colpa per averla giudicata così invasiva. Sapeva che le voleva bene come una sorella e sapeva che in fondo, anche se ha un carattere forte e rigido su certe cose, non giudicava mai.
Rimase sulla soglia della porta per alcuni secondi. Entrò, si cambiò in abiti comodi e andò in cucina.
Cercò in credenza le tazzone da tisana a forma di mucca che a lei piacevano molto, ma non c'erano.
Sentì un rumore di bicchieri, si girò e vide che Elena stava appoggiando sulla tavola le due tazzone in questione con la tisana.
Chiara sorrise. Sapeva che sarebbe venuta.
Le mise davanti un cucchiaino,zucchero normale, di canna e il miele e si sedette versandosene un goccio di quest'ultimo nella sua.
Stettero alcuni minuti in silenzio sorseggiando la bevanda calda finché Elena non ruppe il ghiaccio.

"Era almeno bello questo sogno?" Chiese sorridendo.
Chiara sorrise a sua volta e annuì lievemente sognante. "Bellissimo..."
"Come lui...vero?" Sorrise Elena.
Chiara rimase sorpresa. A parte quella volta al pub, ne avevano parlato solo un paio di volte e quasi di sfuggita. Forse complice il libro e vedermi uscire spesso e il tornare euforica le ha fatto fare 2+2.
Elena sospirò "Non sono nata ieri, abbiamo quasi trent'anni  e ti conosco da almeno venti, troppo tempo per non capire dai tuoi occhi e da quello che fai che hai qualcosa....e non sembra neanche piccola...cosa c'é?"

A quanto pare, che io voglia o meno, Elena mi capisce al volo, solo guardandomi.
Il mio sguardo mi ha fregato. 

"Non è niente, stupidaggini. Tutto sotto controllo, come sempre!"
"Non c'è niente di male a essere umani, eh?" Disse Elena prendendo in giro il tono serioso di Kennie.
"Ti manca un po'...?"
Kennie come se rialzasse il muro difensivo alzò lo sguardo verso di lei e disse in modo sprezzante
"Non c'é nulla, non c'é stato nulla, io non sono nulla per lui e così é..."
"Hai ripetuto troppe volte 'nulla' per risultarmi davvero convincente...ti dirò come la penso. Mi spiace deluderti, ma stai mentendo a te stessa. Stai mentendo dall'inizio...."
Kennie aveva lo sguardo molto serio e il viso teso. Guardava in basso mentre con le mani si massaggiava la fronte, come se avesse mal di testa. Non rispose.
"Mi hai detto più volte 'nulla, nulla', che non vi stavate più frequentando e che l'avevi 'smollato', ma non credo ci sei davvero riuscita..."
"Mi servono delle informazioni...su mio fratello....forse mi può aiutare..." Disse quasi sussurrando a testa bassa.
"Ah...insomma... Ti stai mettendo nei casini, bene! Ma non me la racconti giusta...non é solo per delle informazioni che lo vuoi sentire...dai...non raccontarmela...almeno io non la bevo!"
Kennie scosse la testa. "Ha poca importanza ciò che provo io. Va così. Dobbiamo correre in direzioni opposte....e lasciare andare...via... piano piano..."
 Elena si avvicinò a Chiara scuotendo la testa e accarezzandole le mani che aveva appoggiato sul tavolo. Prima che il silenzio si rimpadronisse della conversazione, quasi sussurrando
 "....il test...?"
Kennie scosse la testa. 
"Non ce la faccio adesso...Non me la sento...."
"Va bene...ma ricordati che non farlo non significa eliminare il problema...e il tempo passa....."
"Lo so. Ma devo prima...."

Nel mentre Lina entrò per bersi un bicchiere d'acqua.
Senti che il leggero brusio che aveva avvertito prima di entrare si era improvvisamente fermato.
"Ho interrotto qualcosa? Tutto bene Chia'?"
Kennie rispose che stava bene e che si stavano bevendo una tisana e che se voleva c'era rimasta giusto una tazza. Lei rifiutò dicendo che non amava gli intrugli della sorella e preferendo riempirsi il bicchiere d'acqua. Aveva intuito che stavano parlando di argomenti 'da grandi'. Lina ci era abituata, essendo la sorella minore e, anche se aveva superato da qualche anno la maggiore età, sapeva che sua sorella e Chiara essendo coetanee e più grandi e amiche da una vita si trovavano a parlare meglio e non le dava fastidio. Era anzi contenta che man mano anche lei venisse integrata nelle uscite e in alcune chiacchiere.
Bevuto il suo bicchiere, tornò in stanza al che Kennie approfittò per alzarsi ed andare verso l'uscita della cucina, che dà al corridoio dove ci sono le loro stanze.
"Devo capire cosa voglio. Cosa voglio fare, in tutti i casi. Ho bisogno di un giorno o due poi verificherò...."
"Ho capito. Sta attenta alla tua salute però....riguardati. Se hai bisogno lo sai che ci sono...lo sai vero?"
Kennie sorrise. Tornò verso l'amica e l'abbracciò forte, senza dire nient'altro.
Andò in camera.
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Una mail. Sua. Vuota.

Il nulla. Freddo. Glaciale. L'allievo ha superato la maestra, non c'è che dire.
Senza parole. Senza buffe faccine che animano i messaggi. 
Fanno sembrare tutto così leggero e bello. 
Mi mancano i suoi messaggi, improvvisi, intimi, segreti, durante il giorno o la sera.
Gli avvisi sonori del cellulare mi fanno pensare e per dei brevi istanti mi attraversa un fremito di attesa e desiderio, che si infrange a terra, come le stelle cadenti che ho visto stanotte.
Attesa. Un "Chissà"...e Invece no. Sfilza di amici, casca-morti vari, ma non Lui.
Buffo. Gliel'ho detto io di fare la cosa giusta e non scrivermi.
La "cosa giusta". Ma é davvero "giusta"?
Buffo. L'avevo cacciato dalla mia vita in modo incredibilmente efficace e brutale, c'ero quasi riuscita...
Quasi....
Quando voglio una cosa la ottengo sempre.
Il problema é Cosa voglio? 
Non so rispondermi. 
Non so risponderti. E tu?

Avrà sbagliato per fretta. 
Dovrei lasciare tutto così. 
Lasciare il Nulla. 
Tornare al Nulla.

Questa notte sarà difficile prendere sonno...
Non so se faccio bene a scriverti...ma non resisto
Poche parole. Segnalo la mail vuota e rilancio per martedì. Solito posto e ora.

Altre mail varie, una targata "URGENTE"  dal capo. 
Sta cercando un paio di giornalisti per un reportage di alcune manifestazioni eno-gastronomica tra il Trentino e il Veneto.
Accetto subito! 
Amo il sapore del viaggio....Quindici giorni, viaggerò un po' e mi svagherò, mi farà bene.
Così riprenderò le energie per la mia ricerca. 

Questa notte sarà difficile prendere sonno...
Non so se riuscirò a dormire, ma devo provarci...magari riesco a continuare quello strano sogno...

Possibile  che per sognare debba svenire....?!
Devo allentare questo guinzaglio. 
Tanto il mio controllo é andato a farsi fottere.
E con lui..
...e io con lui.

Quel fiume....pieno di luce increspata da rami caduti e acque torbide...non é l'immagine delle perfezione, eppure a me è sempre piaciuto molto quello scorcio. 
Assomiglia alla mia vita.

Di notte sogno il giorno. Quel fiume me ne ha ricordato un altro in cui son sempre passata in solitudine a pensare.
Lo intravedo, nel sogno. Mi guarda, con uno sguardo perso. Vuoto.

Davvero strana la mia mente. 

Stranamente i molteplici luoghi in cui non siamo stati diventano quelli che mancano di più.

Tutto ciò che ho visto e vedrò....un universo di immagini ed esperienze da condividere.
Che condividerò coi miei lettori. Magari in un mio nuovo libro in futuro.
Col mondo. Un mondo condiviso col mondo.
Eppure, che strano, sento solo ora che mi manca qualcosa...

So che da qualche parte mi vedrò il suo stupore e la sua felice curiosità nel provare cose nuove, vini nuovi, buffet prestigiosi.
In realtà forse non gli piace manco il vino. Manco i castelli. Magari manco il Trentino.
In realtà, so poco e nulla.
Nulla.
Da qualche parte, di nascosto, sarà con me.

Insieme alla mia solitudine.
Dentro la mia solitudine.

Sono sicura, anche lui silenziosamente fa lo stesso. 
Cercando inutilmente di scollarsi brividi e sensazioni, si farà rapire dai miei pensieri.
Sono impertinente, lo so. 
Forse mi piace solo crogiolarmi nelle mie piccole fantasie, aggrappandomi alle illusioni, resistendo al Nulla.
Forse non sono io che parlo, ma la mia amica e compagna di vita.
La Solitudine.
Un regno che conosco bene. Nel suo infinito spazio nascondo i miei pensieri e mi accoccolo serena.
Il mio regno.

Perché io sono La Regina della Solitudine...


Sono la Regina della Solitudine,
Mi conosci bene, tua compagna di sogni e incubi,
Di notte verrò a trovarti nei meandri del tuo essere.
Proverai a sfuggirmi, ma non riuscirai,
I miei baci di ghiaccio ti geleranno il sangue
I miei caldi abbracci ti scioglieranno
E sarai ancora mio
Non potrai negarlo
Non potrai negarti, a me.

Sono la Regina della Solitudine,
Verrò a trovarti nei tuoi vuoti,
Soffierò su questi vetri umidi 
Mistificando per qualche attimo ciò che c'é fuori,
Ciò che ci porterà via...
Lo sai che ci porterà via?

Verrò a trovarti nei tuoi vuoti,
Mi riparerò in essi quando pioverà
Ci avvolgeremo ancora quando la luce sarà troppo debole
Per rivelarci davvero,
per vedere davvero chi siamo
Per guardarci negli occhi
E leggere cose che non possiamo dirci

Mi hai reso Regina del nulla,
Mi hai reso Regina di un regno che non posso reclamare.
Lo so, sono caduta nell'errore
Una trappola che ho teso io stessa
Sorridendo sprezzante

Perché  sono la Regina della Solitudine,
E verrò a trovarti nei tuoi vuoti,
Quando le tue difese e le tue parole dormiranno,
Quando la luce sarà debole,
Mi lascerai entrare? Si, lo so lo farai,
Quando la luce sarà troppo debole
Rimarrà solo il  bagliore delle nostre esistenze,
Ma sarò ancora li, a cercare il mio regno,
A cercarti.

Perché sono la Regina della Solitudine

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