Il viaggio incredibile di un semplice phon |
Un paio di giorni tra corse, caldo, freddo e sudore.
Paure, tensioni, volti, occhi vuoti e impauriti appiccicati nervosamente alla pelle.
Quando finalmente riuscii a farmi una doccia non mi sembrò vero di potermi sciacquare.
Sperimentai per la volta che pur essendo quasi giugno, c'era freschino la sera e per asciugarmi i capelli necessitavo di un phon, che girava tra S.Felice e Mirandola.
E ora serviva anche a me, nella mia piccola frazioncina di Novi.
"Pronto Je. Purtroppo devo richiederti indietro il phon...."
"Tranquilla, qui ora ci sono. Hai bisogno di qualcosa?"
Istintivamente ci venne un po' da ridere.Entrambe senza casa, lei dal 20 e io dal 29, con questo phon a fare da staffetta di due momenti. Due scosse. Due posti. Due vite.
Chi l'avrebbe mai immaginato mentre compravo quel piccolo phon da viaggio per lei, il 21 maggio, che l'avrei usato io alla fine!
Ancora ignara di tutto ciò che sarebbe successo, ma con una strana sensazione di countdown verso qualcos'altro che doveva succedere, lo portai alla mia amica insieme a quaderni penne e matite.
Mi disse :"È un'esperienza incredibile, che non vivremo mai più. Ho bisogno di scrivere per ricordarmi di questi giorni.".
Mi colpì questo suo desiderio. Divenne anche il mio.
Qualche giorno dopo, aggiunse :" ...Sai Elisa, noto che pagina dopo pagina, cominciano a diventare tante. Sto realizzando che stanno passando i giorni e che dovrò ancora star qui per tanto tempo!
All'inizio la tua mente pensa che è tutto temporaneo e veloce... Si fa fatica ad accettare che non è così...." e mentre cercavo di rincuorarla spronandola a pensare che magari prima dell'inverno avrebbero cominciato a metterle apposto la casa, mi guardavo intorno e mi rendevo conto che tanta gente aveva case distrutte e che purtroppo aveva ragione.
Ogni giorno si aggiungeva una nuova struttura e un nuovo gruppo di volontari.
La palestra non riusciva a contenere più tutti.
Poi arrivò la scossa del 29 Maggio e da quel momento anche io non avevo una casa e mi tornavano in mente le immagini viste i giorni prima. Mentre la terra bolliva e ci si accampava come si poteva, cercavo di realizzare la situazione, e una doccia. Eh si, quel phon ora serviva a me!
Mentre lo toglievo dalla scatola dell'imballaggio, sorridevo alla strana sorte di cui quell'oggetto era testimone.
L'avevo comprato per me e non lo sapevo!!!
Dopo essere tornata alla vita grazie a una desiderata doccia, passavo tra i gazebi che giorno dopo giorno diventavano sempre di più e sempre più organizzati e le pagine aumentavano.
Le parole della mia amica ritornavano, anche io mi stavo sempre più rendendo conto che non sarebbe stata una cosa veloce, ma non volevo crederci.
Ripetevo a me e agli altri che non era grave, che era questione di giorni e saremmo rientrati, mi drogavo di queste parole, purtroppo vuote. Le cose sarebbero andate diversamente.
Ricordo quegli sguardi indescrivibili che ci scambiavamo senza parole. Profondi.
I giorni passano, i minuti passano, i secondi passano. E mentre ci pensi sono già ieri.
[Alidi sul suo blog]
Purtroppo non si tornerà mai come prima. Ma si può ricominciare, meglio di prima.
Ci proverò, sempre.
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