Sfollati, feriti come le nostre case se non a pezzi, ci guardiamo negli occhi, senza parlare, senza salutare, ma con sguardi profondi e vuoti e per pochi secondi ci attraversiamo di compassione reciproca.
Sciacalli di case e sciacalli mediatici che prendono gli ultimi resti di dignità rubandoci il nostro intimo dolore.. Perché fotografare le nostre lacrime polverose?
Perché fare i turisti di luoghi che erano per noi quotidianità e che ora sono monumenti funerari in cui il terremoto ha scritto il suo macabro epitaffio?
..e nel frattempo piove...
20/05/2012 29/05/2012
Questa foto è l'unica eccezione alla mia regola di non postare e/o fotografare le macerie del terremoto. Di immagini ne sono girate già tante....troppe... |
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